domenica 29 luglio 2018

Il 29 luglio 1961 nasceva l'Anic di Pisticci. Cronaca di un fallimento.



Tre lustri di ricchezza e benessere, poi il buio. Sono ormai trascorsi circa 60 anni da quella data che cambiò radicalmente la storia e la geografia della Valbasento. Pioniere di quella grande operazione - che significò l’arrivo della industrializzazione di una zona dimenticata da tutti, posta tra fiumi e calanchi - la figura di Enrico Mattei, fondatore dell’ENI e che proprio in questa zona aveva intravisto un grande sviluppo industriale come mai si era potuto pensare prima. A lui si deve la ricerca e la scoperta dei primi giacimenti metaniferi di Pisticci, Salandra, Grassano, Grottole, Ferrandina, Craco, che aprirono la strada al primo sviluppo industriale del basso materano.
Il suo nome ci riporta in mente  quel caldissimo lontano 29 luglio 1961, quando nella grande piana di Sant’Angelo di Pisticci, fino ad allora coltivata a pascolo e frumento - alla presenza  appunto di Enrico Mattei, del Presidente del Consiglio Amintore Fanfani, del Ministro dell’industria Emilio Colombo e di tante altre personalità politiche, militari e religiose dell’epoca, oltre ai primi cittadini dei comuni della provincia - fu posta la prima pietra per la costruzione  del grande stabilimento Anic che in pochi anni avrebbe dato lavoro a migliaia di operai.
Per assistere a quello storico evento si dettero appuntamento migliaia di persone giunte da ogni angolo della regione, che vedevano nella iniziativa spiragli ma anche certezze, per la risoluzione dei gravi problemi occupazionali dell’epoca. Pastori, contadini, braccianti, artigiani, studenti, diplomati, laureati, per la maggior parte disoccupati, tutti si sentirono potenzialmente impegnati in una industria che di lì a poco, avrebbe trasformato l’economia di una delle zone più povere del sud d’Italia e che solo da poco aveva smesso di lottare per l’attuazione della Riforma Agraria. Una grande festa di popolo che si consumò nell’ entusiasmo generale e dette il via ai grandi lavori per la realizzazione dell’industria chimica, compreso un grande quartiere residenziale e una pista di volo per aerei leggeri, orgogliosamente battezzata con il nome di Enrico Mattei che, purtroppo, solo 14 mesi dopo, la sera del 27 ottobre 1962 doveva tragicamente scomparire, senza aver potuto vedere completata l’opera in Valbasento, da lui fortemente voluta.
Nella seconda metà degli anni ‘60, erano circa 6000 gli occupati Anic di Pisticci e tanti giovani, proprio attraverso posto di lavoro e stipendio fisso, ebbero la possibilità di cambiare tenore di vita, acquistando o costruendo una casa e mettendo su famiglia, magari comprando televisore, frigorifero, lavatrice, all’epoca difficili da possedere e perché no, anche la moto e l’automobile. Un boom economico che nella Valbasento, proprio grazie a Mattei durò più o meno tre lustri andando di pari passo con quello nazionale, registrando importanti conquiste da parte dei lavoratori occupati. Nei primi anni ‘70, il potenziamento dell’Anic, con l’attivazione dell’impianto Ter - Poliestere (inaugurato dall’allora Presidente del Consiglio Emilio Colombo, la 3° e la 4°linea Acn, il potenziamento del Pam e la costruzione di una centrale termoelettrica. Fase positiva che, ovviamente, lasciava ben sperare per il futuro.
Poi, quasi a sorpresa, ma non tanto, i primi campanelli d’allarme, i primi scricchiolii e i primi timori sulla stabilità occupazionale. Da qui, lo sciopero generale dei comuni dell’area. Era il 1976, ma il bello (o meglio, il brutto), doveva ancora venire. Nell’autunno 78, una grande mobilitazione dei lavoratori chimici della Valbasento che per 15 giorni  presidiarono piazza Barberini a Roma, sottolineava la sempre più grave crisi delle fabbriche dell’area.Dall’81 all’87 la firma di ben 3 accordi di programma, ma i risultati furono scarsi e le cose man mano precipitarono con una produzione a dir poco disastrosa che determinò la falcidia di posti di lavoro, cassa integrazione straordinaria, prepensionamento e la mobilità, anticamera del licenziamento. Il resto, è storia recente.
Una storia purtroppo dolorosa che, ci fa tornare in mente quel lontano caldissimo 29 luglio di 57 anni fa, legato alla presenza sulla nostra terra, di Enrico Mattei, il padre dell‘industria del “cane a sei zampe” che avviò una straordinaria operazione industriale. Che altri, purtroppo non sono stati capace di portare avanti.
Michele Selvaggi

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