Tre lustri di ricchezza e
benessere, poi il buio. Sono ormai trascorsi circa 60 anni da quella data che
cambiò radicalmente la storia e la geografia della Valbasento. Pioniere di
quella grande operazione - che significò l’arrivo della industrializzazione di
una zona dimenticata da tutti, posta tra fiumi e calanchi - la figura di Enrico
Mattei, fondatore dell’ENI e che proprio in questa zona aveva intravisto un
grande sviluppo industriale come mai si era potuto pensare prima. A lui si deve
la ricerca e la scoperta dei primi giacimenti metaniferi di Pisticci, Salandra,
Grassano, Grottole, Ferrandina, Craco, che aprirono la strada al primo sviluppo
industriale del basso materano.
Il suo nome ci riporta in
mente quel caldissimo lontano 29 luglio 1961,
quando nella grande piana di Sant’Angelo di Pisticci, fino ad allora coltivata
a pascolo e frumento - alla presenza
appunto di Enrico Mattei, del Presidente del Consiglio Amintore Fanfani,
del Ministro dell’industria Emilio Colombo e di tante altre personalità
politiche, militari e religiose dell’epoca, oltre ai primi cittadini dei comuni
della provincia - fu posta la prima pietra per la costruzione del grande stabilimento Anic che in pochi
anni avrebbe dato lavoro a migliaia di operai.
Per assistere a quello storico
evento si dettero appuntamento migliaia di persone giunte da ogni angolo della
regione, che vedevano nella iniziativa spiragli ma anche certezze, per la
risoluzione dei gravi problemi occupazionali dell’epoca. Pastori, contadini, braccianti,
artigiani, studenti, diplomati, laureati, per la maggior parte disoccupati,
tutti si sentirono potenzialmente impegnati in una industria che di lì a poco,
avrebbe trasformato l’economia di una delle zone più povere del sud d’Italia e
che solo da poco aveva smesso di lottare per l’attuazione della Riforma
Agraria. Una grande festa di popolo che si consumò nell’ entusiasmo generale e
dette il via ai grandi lavori per la realizzazione dell’industria chimica,
compreso un grande quartiere residenziale e una pista di volo per aerei
leggeri, orgogliosamente battezzata con il nome di Enrico Mattei che,
purtroppo, solo 14 mesi dopo, la sera del 27 ottobre 1962 doveva tragicamente
scomparire, senza aver potuto vedere completata l’opera in Valbasento, da lui fortemente
voluta.
Nella seconda metà degli anni ‘60,
erano circa 6000 gli occupati Anic di Pisticci e tanti giovani, proprio
attraverso posto di lavoro e stipendio fisso, ebbero la possibilità di cambiare
tenore di vita, acquistando o costruendo una casa e mettendo su famiglia,
magari comprando televisore, frigorifero, lavatrice, all’epoca difficili da
possedere e perché no, anche la moto e l’automobile. Un boom economico che
nella Valbasento, proprio grazie a Mattei durò più o meno tre lustri andando di
pari passo con quello nazionale, registrando importanti conquiste da parte dei
lavoratori occupati. Nei primi anni ‘70, il potenziamento dell’Anic, con
l’attivazione dell’impianto Ter - Poliestere (inaugurato dall’allora Presidente
del Consiglio Emilio Colombo, la 3° e la 4°linea Acn, il potenziamento del Pam
e la costruzione di una centrale termoelettrica. Fase positiva che, ovviamente,
lasciava ben sperare per il futuro.
Poi, quasi a sorpresa, ma non
tanto, i primi campanelli d’allarme, i primi scricchiolii e i primi timori
sulla stabilità occupazionale. Da qui, lo sciopero generale dei comuni
dell’area. Era il 1976, ma il bello (o meglio, il brutto), doveva ancora
venire. Nell’autunno 78, una grande mobilitazione dei lavoratori chimici della
Valbasento che per 15 giorni
presidiarono piazza Barberini a Roma, sottolineava la sempre più grave
crisi delle fabbriche dell’area.Dall’81 all’87 la firma di ben 3 accordi di
programma, ma i risultati furono scarsi e le cose man mano precipitarono con
una produzione a dir poco disastrosa che determinò la falcidia di posti di
lavoro, cassa integrazione straordinaria, prepensionamento e la mobilità,
anticamera del licenziamento. Il resto, è storia recente.
Una storia purtroppo dolorosa
che, ci fa tornare in mente quel lontano caldissimo 29 luglio di 57 anni fa,
legato alla presenza sulla nostra terra, di Enrico Mattei, il padre
dell‘industria del “cane a sei zampe” che avviò una straordinaria operazione
industriale. Che altri, purtroppo non sono stati capace di portare avanti.
Michele Selvaggi
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