Non solo M5S: per Francesco
Nicola Riviello, coordinatore regionale dei giovani e membro della cabina di
regia di Forza Italia, il voto lucano rispecchia quello nazionale, con
un’avanzata dei grillini dirompente. L’analisi lucana, però, dimostra che anche
il centrodestra rappresenta un fronte importante, di qualità e con persone
all’altezza della situazione.
Coordinatore,
per la prima volta avete superato il centrosinistra.
“Certo, e questa è la
conferma che il centrodestra ha fatto la sua parte, con Fi che è rimasto il
primo partito della coalizione doppiando i voti della Lega e distanziando le
altre forze politiche che componevano il fronte. Questo, peraltro, è avvenuto
in una fase storica molto complicata per il nostro partito, ma, evidentemente,
il progetto, la proposta di Forza Italia, è stata premiata”.
Secondo lei perché?
“In parte perché
abbiamo lentamente ripreso e parzialmente rinnovato il partito, come ha
confermato la mia candidatura e altre. Ma anche perché rispetto al passato,
quando eravamo abituati a gestire il consenso, che è sempre stato di Silvio
Berlusconi, adesso l’esigenza era quella, per così dire, di metterci lo
zainetto in spalla e andare a cercarlo, questo consenso. Con quali risultati lo
ha dimostrato la tornata elettorale”.
Dalle
sue parole trasuda ottimismo.
“Sì, perché in Basilicata il terreno è
fertile e il voto dato in massa al M5S deve ammonire tutti. Certo, è vero che
il grande sconfitto è il centrosinistra, con particolare riferimento al Pd e a
Gianni Pittella, battuto nell’uninominale che è, da sempre, un po’ la prova del
nove, ma io penso che tutti i partiti debbano sapere intercettare quella fetta
di consenso che è andata in larga parte al M5S, per poi farla convergere sulle
proprie liste. Sono convinto che le elezioni regionali siano un banco di prova
di quello che sapremo fare, perché è soprattutto in questo tipo di
consultazioni che si valuta appieno la classe dirigente regionale”.
Frattanto, a Roma, è arrivata un’intesa.
“Sul dato nazionale il quadro è chiaramente frammentato. In ogni caso è
evidente che la prima forza rimane il centrodestra e spero che in Parlamento si
riesca a trovare convergenza con altri partiti, anche se io non riesco a vedere
altra oltre al voto. La politica, però, ci ha abituati a colpi di coda e,
dunque, vedremo”.
Tra un po’ si vota per
le regionali: la strategia di Fi qual è?
“Tenuto conto che i cittadini
hanno bisogno di chiarezza, anche nell’offerta politica, di messaggi precisi e
di volti nuovi, che non significa solo novità anagrafiche ma anche politiche e
di metodo, Forza Italia deve farsi carico di ciò. Infatti, la nostra proposta
politica andrà proprio in quella direzione: faremo liste rinnovate, con persone
serie e credibili. Mi auguro che anche gli altri partiti della coalizione
facciano lo stesso”.
Nel contempo è
partito il toto-candidato, con Dario De Luca in pole position.
“Non mi
appassiono ai nomi perché sento che adesso tutti diventano leader. Invece, in
questo momento ci vuole il consenso e, soprattutto, è necessario intercettarlo,
questo consenso”.
In che modo?
“Sulla
base di un progetto incisivo e credibile. Ovviamente sarà importante lanciare
messaggi chiari al cittadino perché, così facendo, anche quella fetta di
elettorato storicamente diffidente, potrebbe votarci”.
Lei è dunque persuaso che Forza Italia e il centrodestra devono puntare
al rinnovamento, in termini di persone e di idee, per abbracciare chi, di
solito, ha votato altre forze o altri schieramenti.
“Io ho la sensazione
che in molti, in questo momento, stiano a guardarci e aspettano di vedere una
proposta seria e vera per avvicinarsi. E’ questa la premessa necessaria, prima
di lasciarsi andare ai nomi”.
Le urne
aperte il 5 marzo accreditano il centrodestra quale coalizione favorita per la
poltrona più importante di via Anzio?
“Non facciamoci ingannare dalle
politiche: quando si va sui territori la situazione cambia. Probabilmente le
percentuali saranno diverse da quelle del 4 marzo. Sicuramente non bisogna dare
il Pd per morto: è solo in grande difficoltà. Sono convinto che la differenza
la farà la scelta delle persone e, in ogni caso, la partita è aperta”.
Piero Miolla
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