Basta con i furti nelle aree
industriali lucane, da Tito a Ferrandina, passando per Pisticci e La Martella:
l’allarme è alto ma spesso gli strumenti sono inefficaci o, comunque,
insufficienti. Bisognerebbe, dunque, investire di più. Dopo il vertice in Prefettura,
a Potenza, richiesto da Confindustria Basilicata e tenutosi alla presenza di
Pasquale Lorusso, presidente dell’associazione degli industriali lucani, del
prefetto di Potenza, Giovanna Cagliostro, del questore del capoluogo di regione,
Alfredo Anzalone, del comandante provinciale della Guardia di Finanza di
Potenza, del colonnello Gianluca Dinoi e del delegato del comandante
provinciale dei Carabinieri di Potenza, maggiore Luigi Ciccarelli, siamo andati
a verificare qual è la situazione nella varie aree industriali di Basilicata.
A
Tito, proprio qualche giorno fa i Carabinieri di Potenza hanno sventato un
furto nella sede di un corriere espresso, dove almeno quattro malfattori a
volto coperto avrebbero tentato di disattivare l’allarme per portare via,
evidentemente, qualche oggetto o strumento di lavoro. A gennaio, invece, fu rubato
un furgone in uno dei tanti stabilimenti dell’area industriale, proprio a pochi
passi dal raccordo autostradale Sicignano-Potenza: i malviventi si sarebbero
schiantati contro il guardrail allo svincolo di Vietri di Potenza, facendo
perdere le loro tracce. Si tratta, in buona sostanza, solo degli ultimi episodi
in ordine di tempo.
Non va meglio nell’area industriale di Ferrandina, dove non
esiste un servizio di guardiania e neanche di videosorveglianza e, dunque, i
furfanti hanno spesso campo libero, come dimostrato dai vari colpi alla Mythen. A Pisticci, invece, Tecnoparco Valbasento assicura un servizio di guardiania
che, volente o nolente, in qualche modo fa da deterrente.
Per quanto riguarda
Matera, invece, delle due aree industriali della capitale europea della
cultura, solo quella di Jesce è dotata di un servizio di videosorveglianza che,
se non altro, in qualche modo può tornare utile in caso di furto. A La
Martella, invece, situazione differente. In ogni caso, ha spiegato
l’amministratore unico del Consorzio per lo Sviluppo Industriale della
Provincia di Matera, Carlo Chiurazzi, l’ente “ha presentato nei termini la
propria candidatura al Pon Sicurezza per poter fruire dei fondi necessari ad
implementare questa rete di videosorveglianza e, in generale, per poter dotare
le quattro aree di nostra competenza di tutti quegli strumenti utili e
necessari a renderle più sicure.
Al momento – ha spiegato Chiurazzi – solo
l’area di Jesce, a Matera, è dotata di un sistema di videosorveglianza: questo,
anche perché è prossima a una zona ad alto tasso di criminalità e, dunque, si è
voluto preservarla. La situazione forse più grave è quella dell’area
industriale di Ferrandina, dove non c’è né un sistema di guardiania e neanche
quello della videosorveglianza. In ogni caso – ha concluso l’amministratore
unico del Consorzio Asi – le situazioni più a rischio, in genere, sono quelle
relative alle aree non più produttive o comunque a bassa produttività”.
Piero Miolla
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