Si aggirerebbe sui diecimila
euro, compreso il mancato guadagno, il danno determinato dalla moria di api
verificatasi in località Santa Pelagina, a Metaponto. Abbiamo incontrato Maria
Sanseverino, la titolare dell’apiario, che ci ha raccontato come si sono svolti
i fatti.
“Quando ho visto le api morte ho pensato che si trattasse di un
ricambio generazionale: aperte le porticine degli alveari ho pensato che
fossero morte durante l’inverno e, anche per il fatto che non erano in numero
consistente, non mi sono preoccupata. Dopo la pioggia, però, quando ho cercato
di fare il trattamento ossalico ho trovato un vero e proprio tappeto di api
morte, sia per terra che sul predellino. Ho notato che le api arrivavano con il
polline, ma non riuscivano a volare e cadevano. Lì la mia esperienza mi ha
fatto capire che si era trattato di avvelenamento”.
Secondo lei cosa lo avrebbe
determinato?
“Qualche giorno prima, in un campo attiguo, è stato fatto un
trattamento a del foraggio seminato a 50 metri dal mio apiario. Ho pregato chi
lo stava facendo di sospenderlo: in tal modo avrei potuto chiudere le api per 2
giorni. Ho anche detto a queste persone che avrei chiamato i Carabinieri se
avessero continuato. Mi è stato risposto che il trattamento veniva fatto a
mezzo metro di altezza, ma il mezzo era alto il doppio, ed assicurato che si
stava facendo un trattamento biologico. Non c’è stato niente da fare: hanno
proseguito”.
E’ proprio certa di quello che dice: avete sporto querela?
“Ancora
no: io presumo che la causa possa essere stata questa, ma se non ho la certezza
non posso fare niente. Ho chiamato l’Asm che ha effettuato dei prelievi:
sapremo presto cosa le ha uccise”.
Mercoledì la signora ha ricevuto la visita di
Mario Ungaro, responsabile dell’Ufficio Zootecnia, zoo-sanità del dipartimento
Agricoltura della Regione Basilicata.
“Purtroppo non sono state aperte le arnie
dal funzionario – ha spiegato la signora Sanseverino -: se lo avessimo fatto,
ci saremmo resi conto della situazione all’interno. L’altro giorno, alla
presenza del veterinario, le abbiamo aperte verificando che le covate non erano
presidiate, quindi moriranno e non ne nasceranno altre. Il funzionario ritiene
che non ci sarà produzione di miele, ma che probabilmente non ne moriranno
altre. Io, invece, penso che le api continueranno a morire, purtroppo”.
Sanseverino possiede una trentina di arnie che, mediamente, producono circa
quaranta chili di miele a stagione.
Piero Miolla
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