giovedì 19 aprile 2018

Musica e integrazione: conclusa l'edizione 2018 di Sanremo Italiani.


E’ stata la canzone simbolo della terza edizione di Sanremo Italiani, perché, anche se non ha vinto, ha racchiuso in un titolo il significato e il successo di questa particolare manifestazione canora riservata ai migranti richiedenti asilo che si è svolta a Ferrandina. 
“Il nostro canto libero”, celebre brano di Lucio Battisti, interpretato da due ragazzi nigeriani è diventato la colonna sonora della manifestazione nata nell’ambito dell’insegnamento della lingua italiana ai migranti nei centri accoglienza della Auxilium in Basilicata. Appuntamento che, in pochi anni, è diventato un modello a livello nazionale. Anche quest’anno tanti i messaggi di saluto di big dello spettacolo, e non solo. Il primo è stato quello di Carlo Conti, che ha dato appuntamento ai vincitori del Sanremo italiani ad Assisi, dove saranno invitati in diretta su Rai Uno a raccontarsi ed esibirsi sul palco di “Con il cuore nel nome di Francesco”. Poi i saluti di padre Enzo Fortunato, direttore della sala stampa del Sacro Convento di Assisi. 
La gara, che ha visto sfidarsi una trentina di ragazzi migranti arrivati da tutti i centri Auxilium in Italia, verteva su 18 grandi successi della musica pop italiana. Nel corso della sfida è arrivata anche la telefonata in diretta di Albano Carrisi, che si è complimentato per l’iniziativa. A trionfare, a pari merito, sono stati due ragazzi africani del Cara di Brindisi: Emmanuel David con “A chi” e Mike Eghe con “Rose rosse”. In platea, in prima fila di Matera-Irsina, Antonio Giuseppe Caiazzo, il prefetto di Matera, Antonella Bellomo, il già sottosegretario all’istruzione, Vito De Filippo, il segretario generale della fondazione Matera 2019, Giovanni Oliva. 
“Penso – ha dichiarato il prefetto - che questo modello abbia un valore enorme, perché i migranti si rendono protagonisti e si esprimono in quello che meglio sanno fare. Hanno imparato bene l’italiano con un sistema innovativo, ma il valore maggiore consiste nel dargli modo di farsi conoscere, nel permettergli di manifestare la loro identità e personalità”. 
Caiazzo, invece, ha salutato i presenti così: “Abbiamo bisogno di essere veri. Di guardarci negli occhi e capire che, pur nella diversità, deve esserci sempre la possibilità dell’incontro. Perché siamo tutti uomini e una serata come questa aumenta la nostra umanità. De Filippo ha ringraziato la Cooperativa Auxilium “che da tempo opera con professionalità e impegno nel settore dei migranti. Sanremo italiani è la testimonianza di come l’integrazione è possibile nella misura in cui apriamo il nostro cuore ad altre culture. Il mondo è stato creato senza confini”. 
Angelo Chiorazzo, fondatore di Auxilium, ha inquadrato questo modello di integrazione con la crisi migratoria e la situazione nel Mediterraneo: “Questa serata ci dice che vivere insieme è possibile e addirittura facile. Ma non possiamo dimenticare che gran parte dei ragazzi che abbiamo ascoltato sono reduci dai lager libici, dove centinaia di migliaia di persone come loro sono oggi rinchiuse in condizioni disumane. L’Europa non può chiudergli le porte”.
Piero Miolla

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