E’ stata la canzone simbolo della
terza edizione di Sanremo Italiani, perché, anche se non ha vinto, ha racchiuso
in un titolo il significato e il successo di questa particolare manifestazione
canora riservata ai migranti richiedenti asilo che si è svolta a Ferrandina.
“Il nostro canto libero”, celebre brano di Lucio Battisti, interpretato da due
ragazzi nigeriani è diventato la colonna sonora della manifestazione nata
nell’ambito dell’insegnamento della lingua italiana ai migranti nei centri
accoglienza della Auxilium in Basilicata. Appuntamento che, in pochi anni, è
diventato un modello a livello nazionale. Anche quest’anno tanti i messaggi di
saluto di big dello spettacolo, e non solo. Il primo è stato quello di Carlo
Conti, che ha dato appuntamento ai vincitori del Sanremo italiani ad Assisi,
dove saranno invitati in diretta su Rai Uno a raccontarsi ed esibirsi sul palco
di “Con il cuore nel nome di Francesco”. Poi i saluti di padre Enzo Fortunato,
direttore della sala stampa del Sacro Convento di Assisi.
La gara, che ha visto
sfidarsi una trentina di ragazzi migranti arrivati da tutti i centri Auxilium
in Italia, verteva su 18 grandi successi della musica pop italiana. Nel corso
della sfida è arrivata anche la telefonata in diretta di Albano Carrisi, che si
è complimentato per l’iniziativa. A trionfare, a pari merito, sono stati due
ragazzi africani del Cara di Brindisi: Emmanuel David con “A chi” e Mike Eghe
con “Rose rosse”. In platea, in prima fila di Matera-Irsina, Antonio Giuseppe
Caiazzo, il prefetto di Matera, Antonella Bellomo, il già sottosegretario
all’istruzione, Vito De Filippo, il segretario generale della fondazione Matera
2019, Giovanni Oliva.
“Penso – ha dichiarato il prefetto - che questo modello
abbia un valore enorme, perché i migranti si rendono protagonisti e si
esprimono in quello che meglio sanno fare. Hanno imparato bene l’italiano con
un sistema innovativo, ma il valore maggiore consiste nel dargli modo di farsi
conoscere, nel permettergli di manifestare la loro identità e personalità”.
Caiazzo, invece, ha salutato i presenti così: “Abbiamo bisogno di essere veri.
Di guardarci negli occhi e capire che, pur nella diversità, deve esserci sempre
la possibilità dell’incontro. Perché siamo tutti uomini e una serata come
questa aumenta la nostra umanità. De Filippo ha ringraziato la Cooperativa
Auxilium “che da tempo opera con professionalità e impegno nel settore dei
migranti. Sanremo italiani è la testimonianza di come l’integrazione è
possibile nella misura in cui apriamo il nostro cuore ad altre culture. Il
mondo è stato creato senza confini”.
Angelo Chiorazzo, fondatore di Auxilium,
ha inquadrato questo modello di integrazione con la crisi migratoria e la
situazione nel Mediterraneo: “Questa serata ci dice che vivere insieme è
possibile e addirittura facile. Ma non possiamo dimenticare che gran parte dei
ragazzi che abbiamo ascoltato sono reduci dai lager libici, dove centinaia di
migliaia di persone come loro sono oggi rinchiuse in condizioni disumane.
L’Europa non può chiudergli le porte”.
Piero Miolla
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