<<Ci vogliono dare più soldi? Non possiamo certo
considerarli un regalo perché c’è un danno enorme che è stato fatto. E questo
ci sta preoccupando tantissimo e ci deve far riflettere sul fatto che le
decisioni che ancora insistono a voler prendere dall’alto sono non solo
sbagliate, ma vanno anche condivise con i territori, perché qui ci viviamo noi
con i nostri figli>>.
La posizione è del sindaco di Viggiano, Amedeo
Cicala. Il primo cittadino della “capitale del petrolio”, dunque, ritiene che
la contropartita economica sul tema petrolio, non sia esaustiva. Anzi.
<<Bisogna anche acclarare eventuali responsabilità: pagare, infatti, deve
significare anche accertare responsabilità non solo di carattere civilistico ma
anche, eventualmente, penali. Proprio per questo noi ci siamo costituiti parte
civile nel processo di Potenza, per poterlo seguire da vicino e, perché no,
contribuire ad acclarare eventuali responsabilità penali. In caso contrario,
verrebbe avvalorata la tesi per la quale chiunque, sul nostro territorio, può
venire e, nel caso faccia danni, anche andarsene senza conseguenze che non
siano solo quelle economiche. Chi danneggia l’ambiente, dunque, che si tratti
di privati o di un ente pubblico, deve rispondere in tutte le sedi, civili e
penali>>.
Insomma, può anche andar bene aumentare le royalties o
istituire un fondo per risarcire eventuali danni, ma la cosa importante per
Cicala è che vengano acclarate le responsabilità. <<Credo che
l’attenzione debba essere rivolta anche al futuro: cosa vogliono fare realmente
le compagnie? E il Governo centrale? Ma, soprattutto, spero ci possa essere
sempre una concertazione che negli ultimi tempi è mancata>>.
Il sindaco
di Grumento Nova, Antonio Imperatrice, ritiene invece che la priorità sia
un’altra. <<Gli impianti vanno razionalizzati e monitorati continuamente
perché, come si è visto in questi anni, non erano in sicurezza. Altra cosa
imprescindibile è un piano per il monitoraggio e l’abbassamento dei limiti
consentiti di legge per le emissioni di H2s, So2 e composti non metano. Senza
queste cose, parlare solo di ristoro non ha senso. Peraltro, il ristoro
dovrebbe estendersi anche al recupero dell’immagine che la Val d’Agri ha dovuto
sopportare in questi anni. Certo, il danno diretto dovuto all’inquinamento deve
poter essere compensato con nuove entrate, ma, soprattutto, con un nuovo piano
che Eni dovrebbe porre in essere in Valle sulle energie alternative e non
dipendenti dal fossile, come sta già facendo in Sicilia>>.
Insomma, non è
solo una questione di soldi. <<Certamente no: non è che se aumentiamo le
risorse possiamo fare finta che nulla sia accaduto fino ad ora. Bisogna partire
dal risanamento ambientale, passando per il monitoraggio di tutte le condotte e
di tutto l’impianto, ormai a regime dal ’96. Quelle che allora erano le
migliori tecnologie sono ora tutte da reintegrare. Lo prova la mancanza dei
doppi fondi nei quattro serbatoi del Cova. Servono anche tempi certi per la
bonifica e nuove politiche di sviluppo che un colosso come Eni potrebbe
assicurare, anche in prospettiva del superamento della risorsa fossile>>.
Piero Miolla
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