mercoledì 4 aprile 2018

Royalties più ricche? Il parere dei sindaci di Viggiano e Grumento Nova.

<<Ci vogliono dare più soldi? Non possiamo certo considerarli un regalo perché c’è un danno enorme che è stato fatto. E questo ci sta preoccupando tantissimo e ci deve far riflettere sul fatto che le decisioni che ancora insistono a voler prendere dall’alto sono non solo sbagliate, ma vanno anche condivise con i territori, perché qui ci viviamo noi con i nostri figli>>. 
La posizione è del sindaco di Viggiano, Amedeo Cicala. Il primo cittadino della “capitale del petrolio”, dunque, ritiene che la contropartita economica sul tema petrolio, non sia esaustiva. Anzi. <<Bisogna anche acclarare eventuali responsabilità: pagare, infatti, deve significare anche accertare responsabilità non solo di carattere civilistico ma anche, eventualmente, penali. Proprio per questo noi ci siamo costituiti parte civile nel processo di Potenza, per poterlo seguire da vicino e, perché no, contribuire ad acclarare eventuali responsabilità penali. In caso contrario, verrebbe avvalorata la tesi per la quale chiunque, sul nostro territorio, può venire e, nel caso faccia danni, anche andarsene senza conseguenze che non siano solo quelle economiche. Chi danneggia l’ambiente, dunque, che si tratti di privati o di un ente pubblico, deve rispondere in tutte le sedi, civili e penali>>. 
Insomma, può anche andar bene aumentare le royalties o istituire un fondo per risarcire eventuali danni, ma la cosa importante per Cicala è che vengano acclarate le responsabilità. <<Credo che l’attenzione debba essere rivolta anche al futuro: cosa vogliono fare realmente le compagnie? E il Governo centrale? Ma, soprattutto, spero ci possa essere sempre una concertazione che negli ultimi tempi è mancata>>. 
Il sindaco di Grumento Nova, Antonio Imperatrice, ritiene invece che la priorità sia un’altra. <<Gli impianti vanno razionalizzati e monitorati continuamente perché, come si è visto in questi anni, non erano in sicurezza. Altra cosa imprescindibile è un piano per il monitoraggio e l’abbassamento dei limiti consentiti di legge per le emissioni di H2s, So2 e composti non metano. Senza queste cose, parlare solo di ristoro non ha senso. Peraltro, il ristoro dovrebbe estendersi anche al recupero dell’immagine che la Val d’Agri ha dovuto sopportare in questi anni. Certo, il danno diretto dovuto all’inquinamento deve poter essere compensato con nuove entrate, ma, soprattutto, con un nuovo piano che Eni dovrebbe porre in essere in Valle sulle energie alternative e non dipendenti dal fossile, come sta già facendo in Sicilia>>. 
Insomma, non è solo una questione di soldi. <<Certamente no: non è che se aumentiamo le risorse possiamo fare finta che nulla sia accaduto fino ad ora. Bisogna partire dal risanamento ambientale, passando per il monitoraggio di tutte le condotte e di tutto l’impianto, ormai a regime dal ’96. Quelle che allora erano le migliori tecnologie sono ora tutte da reintegrare. Lo prova la mancanza dei doppi fondi nei quattro serbatoi del Cova. Servono anche tempi certi per la bonifica e nuove politiche di sviluppo che un colosso come Eni potrebbe assicurare, anche in prospettiva del superamento della risorsa fossile>>.  
Piero Miolla
 

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