Fermate l’entrata in vigore del
piano dei lidi, almeno nella sua attuale versione. E’ una vera e propria
richiesta d’aiuto quella dell’associazione Balneari di Pisticci, presieduta da
Donato Gallotta, che in una missiva indirizzata agli assessori regionali
Carmine Miranda Castelgrande e Roberto Cifarelli, ha chiesto loro di
riflettere. “L’accelerata che si vuole dare al piano dei lidi, francamente, non
è comprensibile. Approvare uno strumento così importante a 20 anni di distanza
da quando una legge dello Stato obbligò la Regione ad approvarlo (entro 6 mesi,
ndr), ed a 20 anni da quando lo si è iniziato a scrivere, ci pare dannoso e
inopportuno”. Di qui la richiesta di rivedere il piano. “Che sia scritto male
lo hanno riconosciuto anche i vostri predecessori che lo hanno congelato e
mandato in variante nel 2005, nella stessa seduta di approvazione. Le ragioni
sono di merito e le abbiamo evidenziato con osservazioni sempre respinte dalle
varie commissioni regionali alle quali le abbiamo inviate. Il piano, e quindi
la variante, definisce tra le altre cose le tipologie di attività che si
potranno esercitare sugli arenili, tra cui stabilimento balneare, spiaggia
attrezzata, punto ristoro, area camping. Per ogni tipologia vengono definite:
superfici delle opere realizzabili, numero degli ombrelloni che si potrà
mettere e, ovviamente, tra una e l’altra ci sono notevoli differenze. Non
capiamo perché nel comune costiero più popoloso della regione non sarà
possibile realizzare stabilimenti balneari ma solo spiagge attrezzate, mentre a
Policoro, Scanzano Jonico, Nova Siri e persino Rotondella sì. Perché le aree
camping e di verde attrezzato si potranno fare a Policoro e a Pisticci no?
Vorremmo ricordare che uno dei motivi per cui la Regione all’epoca del
trasferimento della delega in materia demaniale arrogò il diritto di
pianificare gli strumenti urbanistici dei comuni costieri fu proprio quello di
rendere omogenea la costa ed evitare uno sviluppo a macchia di leopardo. Questi
20 anni di attesa e la mancata approvazione del piano nei tempi di legge ci
hanno costretto a realizzare strutture precarie che eravamo obbligati a
smontare a fine estate, ad offrire un servizio sottodimensionato alle
potenzialità ed alle richieste della clientela. Il tutto ha generato uno
svantaggio competitivo dell’intero comparto nei confronti degli operatori di
altre parti d’Italia e di conseguenza una disparità di trattamento che merita
un risarcimento”.
Le azioni concrete che, per i Balneari di Pisticci, la
politica lucana può porre in essere sono: “Desistere dall’approvare un
documento scaduto e pensare ad altre soluzioni condivise, rafforzando i
provvedimenti contemplati nelle leggi regionali 4/15 e 12/16; riconoscerci lo
stato di svantaggio competitivo scaturito dalla mancata approvazione del piano
in tempi consoni e, per l’effetto, risarcirlo con una proroga della stessa
durata dell’attesa; investire in infrastrutture realizzando parcheggi, mettendo
in sicurezza la pineta e pensandone un uso produttivo. Inoltre, realizzando un
logo della costa con un nome che la connoti in maniera nuova e accattivante.
Ricordiamo ai politici che ogni nostra azione ha solo fine collaborativo: ci
aspettiamo che difendano il nostro operato agendo come cittadini innanzitutto,
e turisti successivamente”.
Piero Miolla
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