giovedì 24 maggio 2018

I medici di continuità assistenziale: "La richiesta dell'Asp è illegittima".


“La richiesta dell’Asp di restituzione di somme rivolta ai medici di continuità assistenziale è illegittima. Asp non ha alcun titolo, del tipo sentenza o decreto ingiuntivo, da far valere”. E’ il parere di Florenzo Doino, medico di continuità assistenziale, per il quale “più in generale, l’attacco alla continuità assistenziale non è una novità per altre categorie di lavoratori che ogni anno sperimentano attacchi a diritti quesiti e contratti consolidati. Occorre pertanto un fronte di lotta unito contro le politiche dei governi della borghesia e le loro appendici regionali”.
Per Pino Di Sario, anche lui ex guardia medica "qualcuno vuole fare cassa a spese dei medici di continuità assistenziale". Di Sario, pur non avendo ancora ricevuto l’ormai famigerata raccomandata con la richiesta di restituzione delle altrettante famose indennità, si è ovviamente mostrato solidale con i colleghi. “Sulla vicenda relativa alla restituzione delle indennità ci sarebbe molto da dire – ha spiegato Di Sario -, dall’impugnazione proposta dal presidente del Consiglio di Ministri, Paolo Gentiloni, che è del Partito Democratico, al nuovo Air, proposto in campagna elettorale dal presidente Marcello Pittella, pure lui del Partito Democratico. La sensazione netta e chiara è che qualcuno voglia, o, se non altro, stia tentando, di fare cassa a nostre spese. Intanto qualcuno ha denunciato anche la Corte dei Conti”. Il timore di Di Sario (in realtà comune a tanti medici, e non solo) è che molte famiglie possano “essere messe sul lastrico”. Su una cosa il professionista della provincia di Potenza nutre pochi dubbi: “Il sistema credo che a breve imploderà: oltre ai soldi, infatti, ci stanno togliendo qualsiasi motivazione professionale per cercare di lavorare e portare a casa una miseria. Perché, parliamoci chiaro, di questo poi si tratterà. Nel frattempo, però, abbiamo dei dirigenti che riescono a portare a casa anche centoventimila euro all’anno”. Forse, però, non è proprio il dato economico che ai medici non piace. C’è, infatti, qualcos’altro: “Sa qual è l’aggravante? Che magari qualcuno non riesce a porre in essere una delibera senza vederla impugnata dal Governo”.
Luciana Telesca, medico di guardia a Vaglio di Basilicata, dopo aver appreso che sono in arrivo, da parte dell’Azienda Sanitaria di Potenza, raccomandate contenenti la richiesta di restituzione delle indennità di cui all’articolo 35, comma 1, dell’accordo integrativo regionale, ha dichiarato: "Sono stufa di sentir parlare di indennità e, soprattutto di indennità indebitamente percepite. Altro che indentià – ha aggiunto Telesca -, si tratta semplicemente di un modestissimo aumento concesso dieci anni fa a una sventurata categoria da sempre fanalino di coda della sanità pubblica. Non sono mai stata contenta del mio lavoro, unico triste approdo consentito alla stragrande maggioranza dei medici della mia generazione, ma certo non immaginavo che una bella mattina di aprile mi sarei svegliata in una situazione kafkiana grazie alle subdole manovre di un sistema assolutista che ormai può colpire chiunque senza preavviso. 
I soldi che sistematicamente mi vengono sottratti ogni mese dall’aprile 2017 io non li percepivo indebitamente, ma li guadagnavo sudando sangue in una trincea”. Ciò posto, la professionista ha anche preannunciato: “Li rivoglio tutti, dal primo all’ultimo centesimo, semplicemente perché mi spettano. Altro che restituzione degli arretrati”. Nelle more di questa restituzione, Telesca ha confermato che la sua “protesta continua, ferma e irremovibile: dall’anno scorso, ormai, mi limito alle prestazioni non differibili, del resto le uniche previste dal contratto, le uniche per le quali sono pagata. Questo, naturalmente, genera scontento nei pazienti. Ed io mi auguro di cuore che ritorni tutto sulle schede elettorali”, ha concluso il medico di guardia di Vaglio di Basilicata."
Piero Miolla 

Nessun commento:

Posta un commento