Foto: Tv Fapage |
Segnatevi questa data: 2022. E’
l’anno in cui arriverà anche in Basilicata il digitale terrestre di seconda
generazione che ci costringerà a cambiare tutto. Con il rischio, però, che da
noi non cambi nulla, almeno sul fronte dei problemi tuttora presenti nella
ricezione del digitale terrestre: essi, infatti, potrebbero continuare. Non
solo: nelle zone della Basilicata nelle quali, a 6 anni dall’entrata in
vigore del digitale terrestre di prima generazione, il segnale è inesistente o
continua a fare i capricci, bisognerà attendere per forza l’arrivo di questa
nuova tecnologia per sperare di risolverli. Con il rischio, però, che in realtà
non si risolvano: a quel punto potremmo essere costretti a ripiegare sulla
banda larga o ricorrere alla parabola. Insomma, sarà quasi un terno al lotto,
oltre che l’ennesimo paradosso che potremmo essere costretti a vivere sulla
nostra pelle.
Il problema della scarsa ricezione del segnale in Basilicata,
come è noto, riguarda soprattutto il Metapontino e alcune aree della provincia
di Potenza. La notizia che nel 2022 ben 40 milioni di apparecchi
televisivi andranno “rottamati”, ufficialmente per avere una tecnologia
migliore (il sospetto, però, è che si voglia anche dare corso ad un business
corposo) è stata accolta con freddezza in Basilicata. E pazienza se il digitale
terrestre di seconda generazione (il DVB-T2), che porterà con sé un nuovo
sistema televisivo, costringerà tutti, nessuno escluso, a dare corso ad un
adeguamento totale. Ai cittadini, infatti, potrebbe anche interessare
relativamente che emittenti televisive e spettatori siano chiamati ad un nuovo
sforzo economico per continuare a guardare la Tv. Se, infatti, nelle zone
citate la ricezione sarà quella attuale, oltre al danno ci sarà pure la beffa.
La nuova tv si potrà guardare con un
decoder. In caso contrario ne andrà acquistata una nuova, altrimenti non sarà
più possibile guardare quell’apparecchio che così tanto ci ha cambiato la vita.
Spesso in peggio. Prepararsi per tempo, dunque: l’ennesima rivoluzione è vicina
e, di sicuro, porterà ad un esborso, sia nel caso si debba acquistare un
decoder (questo varrà per chi è in possesso di un apparecchio televisivo
acquistato dopo il 2017), sia se si sarà costretti a comprare un nuovo
apparecchio. Da noi, però, all’esborso si aggiungerà il rischio delle
difficoltà di ricezione.
Morale della favola? Allo stato alcuni lucani non sono
liberi di guardare la televisione, per i citati problemi di ricezione. Per
risolverli dovranno attendere il 2022, quando arriverà la nuova tecnologia, che
in ogni caso li costringerà a rivoluzionare impianto e affini, sperando che
davvero tali problemi si superino. Altrimenti, ed è questo il paradosso più
grande, potrebbero essere comunque costretti a spendere soldi inutilmente
(almeno per fare un test sul nuovo impianto) per poi ritrovarsi con le solite
difficoltà di ricezione. Tutto questo nell’anno di grazia 2022, e non nel Medio
Evo, perché così vuole l’Europa: in ballo, infatti, ci sono 2,5 miliardi di
euro che lo Stato conta di incassare dalle gare per le nuove frequenze, mentre le
emittenti dovranno lottare per ottenere le frequenze che restano, cercando un
accordo che garantisca lo spazio per tutti.
Piero Miolla
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