lunedì 21 maggio 2018

Prepariamoci al 2022!


Foto: Tv Fapage
Segnatevi questa data: 2022. E’ l’anno in cui arriverà anche in Basilicata il digitale terrestre di seconda generazione che ci costringerà a cambiare tutto. Con il rischio, però, che da noi non cambi nulla, almeno sul fronte dei problemi tuttora presenti nella ricezione del digitale terrestre: essi, infatti, potrebbero continuare. Non solo: nelle zone della Basilicata nelle quali, a 6 anni dall’entrata in vigore del digitale terrestre di prima generazione, il segnale è inesistente o continua a fare i capricci, bisognerà attendere per forza l’arrivo di questa nuova tecnologia per sperare di risolverli. Con il rischio, però, che in realtà non si risolvano: a quel punto potremmo essere costretti a ripiegare sulla banda larga o ricorrere alla parabola. Insomma, sarà quasi un terno al lotto, oltre che l’ennesimo paradosso che potremmo essere costretti a vivere sulla nostra pelle. 
Il problema della scarsa ricezione del segnale in Basilicata, come è noto, riguarda soprattutto il Metapontino e alcune aree della provincia di Potenza. La notizia che nel 2022 ben 40 milioni di apparecchi televisivi andranno “rottamati”, ufficialmente per avere una tecnologia migliore (il sospetto, però, è che si voglia anche dare corso ad un business corposo) è stata accolta con freddezza in Basilicata. E pazienza se il digitale terrestre di seconda generazione (il DVB-T2), che porterà con sé un nuovo sistema televisivo, costringerà tutti, nessuno escluso, a dare corso ad un adeguamento totale. Ai cittadini, infatti, potrebbe anche interessare relativamente che emittenti televisive e spettatori siano chiamati ad un nuovo sforzo economico per continuare a guardare la Tv. Se, infatti, nelle zone citate la ricezione sarà quella attuale, oltre al danno ci sarà pure la beffa.
La nuova tv si potrà guardare con un decoder. In caso contrario ne andrà acquistata una nuova, altrimenti non sarà più possibile guardare quell’apparecchio che così tanto ci ha cambiato la vita. Spesso in peggio. Prepararsi per tempo, dunque: l’ennesima rivoluzione è vicina e, di sicuro, porterà ad un esborso, sia nel caso si debba acquistare un decoder (questo varrà per chi è in possesso di un apparecchio televisivo acquistato dopo il 2017), sia se si sarà costretti a comprare un nuovo apparecchio. Da noi, però, all’esborso si aggiungerà il rischio delle difficoltà di ricezione. 
Morale della favola? Allo stato alcuni lucani non sono liberi di guardare la televisione, per i citati problemi di ricezione. Per risolverli dovranno attendere il 2022, quando arriverà la nuova tecnologia, che in ogni caso li costringerà a rivoluzionare impianto e affini, sperando che davvero tali problemi si superino. Altrimenti, ed è questo il paradosso più grande, potrebbero essere comunque costretti a spendere soldi inutilmente (almeno per fare un test sul nuovo impianto) per poi ritrovarsi con le solite difficoltà di ricezione. Tutto questo nell’anno di grazia 2022, e non nel Medio Evo, perché così vuole l’Europa: in ballo, infatti, ci sono 2,5 miliardi di euro che lo Stato conta di incassare dalle gare per le nuove frequenze, mentre le emittenti dovranno lottare per ottenere le frequenze che restano, cercando un accordo che garantisca lo spazio per tutti.
Piero Miolla

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