Effetto Salvini o preoccupazione
fisiologica? A Venosa è sorto un comitato spontaneo di cittadini che stanno
raccogliendo firme per denunciare il mancato coinvolgimento nella decisione di
allocare in due condomini della città oraziana altrettanti Cas (Centri di accoglienza
straordinaria) per migranti. La Prefettura, di concerto con una cooperativa, avrebbe
deciso di allocare 20 persone in due appartamenti situati in condomini ubicati
in zone centrali. Da qui i timori per quelle che vengono definite le “ovvie e
assai probabili ripercussioni in termini di sicurezza, igiene, tutela della
proprietà e degli investimenti”.
Le unità immobiliari individuate sarebbero quella
di via Veneto, al civico 14, ritenuta idonea da parte del competente ufficio comunale
per l’alloggiamento di 12 persone, e quella di via Generale Pennella, idonea per
8 persone. I bene informati rivelano che si tratta di appartamenti di circa 110
metri quadri, le cui idoneità strutturali, tecniche e abitative reali restano
tutte da accertare. In particolare, si contesta il fatto che, per ogni persona,
verrebbero riservati appena 10 metri quadri, spazi ritenuti inaccettabili per
le esigenze individuali. Si vocifera, poi, che gli appartamenti citati versino
in pessime condizioni igienico sanitarie. Da qui la decisione dei residenti
delle vie interessate di formare il comitato spontaneo che si oppone a siffatta
decisione e ha promosso una petizione.
Il comitato chiede che “la Prefettura di
Potenza riveda immediatamente la decisione di inserire gruppi di immigrati, rifugiati
o richiedenti asilo all’interno di condomini nell’abitato di Venosa, ove
risiedono, prevalentemente se non esclusivamente, famiglie con bambini e
persone anziane”. Ma non è tutto, perché al Comune di Venosa si chiede di “voler
intervenire con la massima sollecitudine, valutando, altresì, l’adozione di
ogni opportuna azione anche di carattere giudiziario a tutela della propria
cittadinanza, come accaduto in altri comuni d’Italia”. La petizione, infine,
conclude riassumendo quello che per gli organizzatori è il vero spirito che sta
animando la protesta: sì all’accoglienza, salvaguardando le rispettive dignità
e non trasformando immobili condominiali in centri di raccolta. Dal comitato
rendono noto che, nella sola giornata del 2 giugno, sarebbero state raccolte
circa 1.000 firme.
Tutto questo, secondo i membri del comitato, “a riprova
della partecipazione e sentita preoccupazione che pervade tutta la popolazione”.
Qualcuno, però, ha anche ricordato che il Comune di Venosa è già impegnato nell’accoglienza
dei migranti ed ha dovuto affrontare l’emergenza di Boreano, il borgo dell’agro
oraziano oggetto anche di cronache nazionali, dove tra incendi e altri episodi
la cronaca ha spesso raccontato problemi. Dato atto della protesta, i residenti
interessati hanno anche preannunciato che non si fermeranno a questa iniziativa:
intendono, infatti portare le loro istanze, laddove diventi necessario,
all’attenzione del neo ministro degli Interni, Matteo Salvini, per far sì che
venga “messo un freno a simili scelte che impattano con il tessuto
socio-economico e urbanistico di una comunità, favorendo esclusivamente chi
della questione migranti ne ha fatto ormai un business”.
Nessun commento:
Posta un commento