“La
Provincia di Matera ha rilasciato il parere positivo al ripristino di
un’infrastruttura (condotta) presente sul territorio da decenni. Il nulla osta
e il parere, che sono provvedimenti endo-procedimentali, non rappresentano,
com’è noto, titoli autorizzativi allo svolgimento di attività di smaltimento
dei reflui”. Lo ha precisato l’Ufficio Ambiente di via Ridola in merito
all’avviso di conclusione indagini preliminari nell’inchiesta sul presunto
inquinamento del fiume Basento nel quale sarebbero confluiti rifiuti
industriali. “L’Aia non vincola la scelta delle modalità di conferimento delle
acque reflue industriali o dei rifiuti liquidi: in essa è infatti contemplata
sia la modalità del loro trasferimento all’impianto di trattamento tramite
condotta, che l’utilizzo di autobotti. La modifica delle modalità di
conferimento dei reflui e dei liquidi industriali non sono vincolate, quindi,
all’ottenimento di autorizzazione Aia, ma necessitano, nel caso, solo dei
titoli edilizi necessari per effettuare i lavori di scavo e messa in posa della
condotta”. Ulteriore precisazione: “La Regione Basilicata era perfettamente a
conoscenza della presenza della condotta fognaria di Ferrandina utilizzata
dalla Drop, dal momento che all’atto dell’interruzione della condotta principale,
Tecnoparco ha dato luogo a quanto previsto alla messa in sicurezza di
emergenza, dandone comunicazione al Comune di Ferrandina, alla Provincia di
Matera, alla Regione Basilicata e alla Prefettura di Matera. Nei giorni
successivi, Tecnoparco, in contraddittorio con Arpab, ha provveduto al prelievo
di campioni per determinare lo stato di inquinamento e determinare,
eventualmente, il superamento delle Csc. Dai report analitici si evince il
mancato superamento delle Csc. Relazione, report analitici e autocertificazione
sono stati inoltrati, oltre che alla Provincia di Matera, anche alla Regione
Basilicata e al Ministero dell’Ambiente che nulla hanno eccepito sia sotto il
profilo formale che sostanziale”.
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