venerdì 1 giugno 2018

La minaccia che l'acqua diventi un business e il ruolo della Basilicata



La Basilicata ha una grande responsabilità nella difesa dell’acqua pubblica, sempre più minacciata da banche e multinazionali. Nei giorni in cui padre Alex Zanotelli, il missionario comboniano che ha deciso di andare a vivere a Napoli, nel difficile rione Sanità, ha auspicato da Pisticci l’avvio di una sorta di nuova costituente sull’oro blu, è tornato d’attualità un tema cruciale per il futuro, specie alla luce della minaccia rappresentata dal cosiddetto Acquedotto del Mezzogiorno. Ma andiamo con ordine. 
La Basilicata ha su di sé la citata responsabilità sia perché è l’unica regione nel Mezzogiorno che gestisce l’acqua per il tramite di una società a capitale interamente pubblico (sebbene sotto forma di spa), sia perché detiene il 35 per cento dell’acqua di tutto il bacino idrografico dell’Appennino Meridionale. Dunque, siamo noi, al momento, l’unico baluardo rimasto alla privatizzazione della gestione dell’oro blu, specie dopo l’azzeramento dell’Acquedotto Pugliese. Azzeramento voluto dal Governatore della Puglia, Michele Emiliano, che, secondo i ben informati, sarebbe stato il vero ispiratore del cosiddetto Acquedotto del Mezzogiorno, la mega società che, negli obiettivi di chi lo ha ideato, dovrebbe inglobare anche Acquedotto Lucano, oltre a ciò che resta di Aqp ed al frammentato ed in parte privatizzato servizio idrico campano. Obiettivo? Dare la gestione di una risorsa così importante per l’essere umano ai privati. 
E così, l’acqua lucana, stretta tra i trialometani ballerini e tutte le altre tematiche connesse alla sua salubrità e al suo utilizzo, sta rischiando seriamente di vedere privatizzata la sua gestione. Per questo l’auspicio di Zanotelli affinché proprio dalla Basilicata veda la luce un nuovo e più convinto movimento d’opinione, che, partendo dal basso, cioè dai cittadini, possa portare la sua voce nelle istituzioni, è fondamentale. Perché le istituzioni (nazionali e internazionali) sono sempre più sorde verso il richiamo ad una gestione pubblica dell’oro blu, e, parallelamente, sempre più inclini ad una sensibilità verso i poteri forti. I quali, non a caso, stanno puntando forte sull’acqua quale nuove business al posto del petrolio, visto che il fossile sembra essere in via di esaurimento. In Basilicata, come è noto, esiste già un coordinamento regionale “Acqua Pubblica”, che in questi anni ha fatto egregiamente il suo dovere sensibilizzando i cittadini e pungolando la politica su temi così importanti come. 
L’auspicio di Zanotelli, che si dia inizio a una nuova stagione sull’acqua pubblica, non deve quindi essere considerato come una sovrapposizione a ciò che già esiste su questo fronte, ma, al più, un qualcosa che potrà e dovrà supportare quel coordinamento già attivo e produttivo. L’obiettivo, in buona sostanza, è tornare a parlare dell’acqua e della necessità che si rispetti quanto gli italiani hanno deciso con il famoso referendum di qualche anno fa, quando, solo in Basilicata, oltre duecentosettantamila persone si pronunciarono per il no alla privatizzazione. Quel referendum, così chiaro nell’esito, di fatto è stato accantonato. Ovviamente per favorire i soliti, odiosi poteri forti e in danno dei cittadini. E’ una storia vecchia, ormai.
Piero Miolla

Nessun commento:

Posta un commento