venerdì 21 settembre 2018

Pisticci e quel settembre del '43.



Quel settembre del 43, caratterizzato da un episodio clamoroso. Con la morte di tre militari tedeschi in seguito allo scoppio di una mina in località “Varre”, alla periferia sud dell’abitato. Cosa che comunque evitò uno scontro armato violento con la popolazione pisticcese pronta a difendersi. Sono i ricordi settembrini di quel fatidico anno, caratterizzato da due vicende che qui non sono state mai dimenticate.
La prima ci ricorda appunto, la difesa che la città organizzò per contrastare una colonna di automezzi militari tedeschi, dopo lo sbarco alleato in Sicilia, in ritirata verso il nord. Come ci rammenta lo storico Giuseppe Coniglio nel suo lavoro “La colonia confinaria di Pisticci”, un mezzo pesante di quella colonna saltò in aria causando la morte di tre militari. I tedeschi, impossibilitati ormai a proseguire, tornarono indietro e raggiunsero Corleto Perticara dove poi sarebbero stati annientati dall’artiglieria canadese.
“Quella sera – si legge nel libro - tutta Pisticci armata di fucili da caccia, pistole, coltelli, bastoni, zappe e quanto altro si poteva recuperare, era pronta a sfidare le truppe tedesche in ritirata, fuori le mura della città. Una mobilitazione generale insomma. Quello scoppio fuori dell’abitato però, cambiò i piani degli invasori e Pisticci così poté tirate un sospiro di sollevo per lo scampato pericolo. Un episodio questo, che sicuramente risparmiò la nostra città da uno scontro armato e forse da una strage”.
L’altro episodio, che forse pochi ricordano, ci spiega che poco più in là, l’8 settembre 1943, dopo una permanenza di un paio di mesi, ci fu la partenza da Pisticci di un presidio di soldati tedeschi accampati nel rione Terravecchia. Giovani tutti di una straordinaria educazione e rispetto della altrui persona, ma anche pieni di bontà e generosità, come dimostrarono i piccoli aiuti ad alcune famiglie bisognose di quell’antico rione. Per quasi tutta l’estate di quel fatidico anno infatti, un pullman militare con tanto di antenne e radio trasmittenti, era stato posizionato strategicamente tra il castello e il serbatoio idrico dell’allora Acquedotto dell’Agri. Sito piuttosto occulto, alla periferia dell’abitato, dove vivevano un centinaio di famiglie.
Ebbene, per tutto questo periodo la colonna militare parcheggiata, rimase li guardata a vista da una trentina di soldati germanici che nel frattempo ebbero modo di familiarizzare con la gente del posto. Non uno sgarbo o una parola di troppo, ma tanto rispetto per le persone e le famiglie del rione in cui, giorno dopo giorno, si cercò di voler scoprire a fondo anche i nostri usi e costumi, non esclusa la conoscenza della buona cucina che, per i tempi magri che si attraversavano, aveva ben poco da offrire. Ma quel poco e quel tanto bastava per far assaporare le nostre specialità a quei giovani soldati tedeschi che sicuramente, per chi ebbe la fortuna di ritornare in patria, ne fece buon uso delle nostre ricette. Quel gruppo di militari abbandonò Pisticci nei giorni successivi l’8 settembre, lasciando in loro stessi e in quella parte della popolazione della Terravecchia che li aveva ospitati, parecchio rammarico.
Non sappiamo quale fu la sorte riservata a quei militari. E’ certo però che, al di là di quelle che erano le contrapposizioni belliche del momento, quei giovani stranieri lasciarono da noi un buon ricordo e chi ha una certa età ed ha vissuto quelle vicende, non potrà mai dimenticare.
Michele Selvaggi

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