“Per me bisognava andare al voto
a luglio, subito dopo Sanitopoli: il rinvio a maggio concreta una sospensione
della democrazia, altro che illazioni sulle nomine della sanità e
sull’ipotetico semaforo verde della Lega per la Franconi all’Aifa”. E’ un fiume
in piena il senatore Pasquale Pepe, specie quando gli si prospetta una sorta di
accordo Lega-Pd che, partendo dalla data per le elezioni regionali e toccando
la nomina del nuovo direttore generale Asm, finirebbe per “sponsorizzare” la
nomina della vice presidente della Regione, Flavia Franconi, all’Aifa. Pepe
respinge al mittente le accuse di una Lega che chiude un occhio sulla data
delle elezioni in cambio di una nomina gradita all’Asm e poi favorisce l’ascesa
della Franconi all’Agenzia. “In merito alla data ufficiale per le elezioni
regionali, la Lega ha ufficialmente manifestato la sua condanna per il rinvio.
Chi sostiene che avremmo chiuso un occhio, quindi, viene contraddetto dai
fatti. Se poi vuole conoscere la mia posizione personale in merito, ribadisco
che saremmo dovuti andare al voto all’indomani dell’esplosione di Sanitopoli.
Votare a maggio significa sospendere la democrazia. E non è neanche vero, come
ha scritto la Regione al ministero, che la data del 20 gennaio avrebbe concretato
problemi di ordine pubblico: il Viminale ha smentito questa ipotesi”. Il
senatore, poi, bolla come “fantasia” l’ipotesi di un decreto. “Il ministero non
ha competenza sulla scelta della data, che è solo della Regione. Piuttosto,
credo che il ministero possa solo tentare una moral suasion e concordare con
via Anzio l’anticipazione. Ma è necessaria una volontà in tal senso della
Regione, altrimenti non se ne fa niente”. Il senatore, poi, esclude le ipotesi
di un collegamento tra la data delle elezioni e la nomina del direttore
generale dell’Asm, Joseph Polimeni. “Lo apprendo in questo momento da lei: io
non ne so nulla e credo che sia pura fantasia. Non so neanche chi sia il nuovo
direttore generale dell’Asm. A parte questo, mi pare che i fatti smentiscano questa
falsità: noi abbiamo pubblicamente manifestato il nostro disappunto per la
fissazione della data del 26 maggio. Ma di cosa parliamo?” Il parlamentare
leghista, poi, esclude un via libera della Lega alla nomina di Franconi
all’Aifa. “Guardi, questo mi sembra per davvero un castello di sabbia –
conclude il senatore -. Che crolla non solo per quello che ho già dichiarato e
per i fatti concludenti citati, ma anche perché le nomine all’Aifa sono di
competenza della Conferenza Stato-Regioni. E poi, onestamente, conoscendo i
vertici del mio partito non crederò mai all’ipotesi del do ut des. La Lega è un
partito serio, mentre queste operazioni sono dei pasticci degni di un’altra
classe politica e di altri partiti, non del mio”.
Piero Miolla
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