Difendere tutti i
cittadini, anche quelli che i reati li hanno subiti, e tutelarne i diritti
nell’ambito penale. In estrema sintesi è questa la mission della Camera Penale
secondo il neo presidente Michele Porcari, eletto all’unanimità a presiedere
quella di Matera. Succeduto a Riccardo Laviola, Porcari, un passato da sindaco
di Matera, ha ribadito che l’attività della Camera Penale “è un’attività di
sindacato in relazione a quelli che sono i diritti del cittadino nell’ambito
penale. Il mio programma è legato a quella che è l’emergenza principale del
procedimento penale, cioè la sua eccessiva durata, la necessità di sveltire i
tempi del giudizio e, se possibile, avere la certezza del diritto”. Un
concetto, ha tenuto a precisare Porcari, che “spesso viene confuso con la
certezza della pena, cioè con la necessità che una persona condannata sconti la
pena. La certezza del diritto, invece, è un’altra cosa: parliamo della
necessità di avere, per fatti uguali, giudizi non discordanti”. Insomma, un
equilibrio nella valutazione dei fatti simili con condotte simili. “Questo,
purtroppo, in questo momento manca perché se diamo un’occhiata alla
giurisprudenza della Corte di Cassazione ci rendiamo conto che casi simili sono
trattati in maniera diversa”. Non da meno, poi, il problema della prescrizione,
tema caldo di questi giorni, sul quale Porcari ha ricordato che solo “l’anno
scorso il precedente ministro della Giustizia, Andrea Orlando, ha dato il nome
ad una riforma della giustizia, ma ho il dubbio che più di qualcuno non l’abbia
letta. E’ bene sottolineare che essa, con tutti i meccanismi del caso, porta a
28 anni i tempi di un giudizio per i reati di violenza sessuale, 18 per
omicidio colposo o corruzione”. In pratica, ha spiegato Porcari, una riforma
della prescrizione c’è già stata. Il nodo vero, quindi, è un altro è riguarda “la
certezza dei tempi della celebrazione dei processi che dovrebbero durare non
più di cinque anni. A me pare – ha concluso il presidente della Camera Penale -
che si non si scenda nel concreto di una riforma organica della giustizia che
non può essere anticipata o stravolta con provvedimenti penalizzanti per tutti.
Piero Miolla
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