Ci siamo costituiti parte civile nel processo
Cemater-Materit”. Lo ha annunciato il sindaco di Ferrandina, Gennaro Martoccia,
al termine dell’udienza preliminare, celebrata ieri dinanzi al giudice per le
indagini preliminari del Tribunale di Matera, Angela Rosa Nettis, relativa al
procedimento penale a carico di alcuni degli ex dirigenti a vario titolo di
Cemater e Materit, le due aziende succedutesi nella produzione di manufatti in
cemento-amianto nell’area industriale di Ferrandina fino al 18 settembre 1989.
Difeso dall’avvocato Simone Sabattini, del foro di Bologna, l’ente aragonese ha
così concretizzato una sensibilità verso il tema delle morti provocate dalla
subdola fibra di amianto che il primo cittadino Martoccia ha spesso fatto sua.
Il Comune di Ferrandina, però, non era solo nella costituzione di parte civile:
anche l’Aiea (Associazione italiana esposti amianto) nazionale e sezione
Valbasento, difese da Angela Galetta, e Medicina Democratica, con l’avvocato
Andrea Di Giura, l’hanno posta in essere. Più in generale, sono una trentina le
persone offese del procedimento: si tratta di ex lavoratori della fabbrica o,
per chi non c’è più, dei loro eredi. Il gip ha rinviato all’udienza del 22
febbraio del 2019 per la discussione circa la costituzione delle parti civili,
cui seguirà la decisione. Va ricordato che l’udienza è stata fissata su
richiesta dei sostituti della Procura materana, Rosanna De Fraia e Annafranca
Ventricelli, i quali, all’esito delle indagini svolte, hanno chiesto il rinvio
a giudizio di Silvano Benitti, Pietro Pini, Michele Cardinale, Michele Bonanni
e Lorenzo Mo, accusati di aver causato il decesso o procurato malattie
professionali agli ex dipendenti della fabbrica aragonese.
Piero Miolla
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