I capoluoghi lucani sono ancora
poco “smart”, ma non mancano ambiti nei quali Potenza e Matera riescono ad
emergere, come il verde urbano e la qualità di acqua e aria. Secondo la ricerca
“ICity Rate 2018”, elaborata da Fpa, che misura quanto le città italiane siano
intelligenti (smart, appunto), vivibili, sostenibili e pronte ad affrontare le
nuove trasformazioni e le nuove sfide che si prospettano per i prossimi anni,
Matera occupa la settantesima posizione tra i 107 capoluoghi italiani, con un
punteggio complessivo di 384,9, mentre Potenza la settantatreesima, con 362,9
punti.
Per capirci, il vertice della classifica, occupato da Milano, tocca
quota 640,2. Si tratta, quindi, di un gap notevole, tenuto conto che il
punteggio delle due lucane è quasi la metà rispetto alla metropoli “meneghina”.
Tuttavia, quello dei due capoluoghi lucani non è un risultato così malvagio se
lo si confronta con le altre città del Meridione, quasi tutte posizionate nella
parte bassa della classifica, con indici anche al di sotto del valore di 300.
Assume ancor più una valenza positiva se si considera che, prima di Matera e
Potenza, fanno meglio, tra le città del Sud, solo Lecce e Bari, rispettivamente
sessantaduesima e sessantasettesima. L’ambito in cui i capoluoghi lucani riescono
ad avere risultati migliori è quello ambientale.
In particolare, il verde
urbano premia Matera: la capitale europea della cultura 2019 è infatti al
quarto posto in Italia con un punteggio di 503,1 e distanzia Potenza, solo
quarantottesima con 265,3. Gli indicatori presi in considerazione per questo
ambito sono stati la percentuale di aree verdi nel territorio urbano, la
disponibilità di verde pubblico pro capite e la presenza di strumenti di
pianificazione del verde. La buona performance di Matera risalta ancor di più
se si considera che altre città sia del Nord (Rovigo e Cuneo), che del Sud
(Avellino e Benevento) non solo occupano gli ultimi posti in questa classifica,
ma esprimono punteggi inferiori, al di sotto di 100.
Dal canto suo, Potenza è
dodicesima per la qualità dell’acqua e dell’aria, con un punteggio di 801,3
(Matera è comunque ventiduesima, dunque ben piazzata, con 777,7). L’indicatore,
in questo caso, è ricavato dalla misurazione della dispersione idrica, della
copertura del servizio idrico, dei reflui e dalla presenza di Pm10, Pm2,5 e No2
nell’aria. Va meno bene quando si parla di suolo e territorio (variazione
percentuale annua del consumo di suolo pro capite, percentuale della superfice
di suolo consumato, percentuale dei comuni della provincia con piano di
emergenza): Potenza è trentottesima, Matera quarantasettesima.
Le note dolenti
arrivano quando si sposta l’attenzione sulla gestione dei rifiuti urbani,
sull’energia e sulla mobilità sostenibile. Nel primo caso, che prende in
considerazione quota percentuale di differenziata, produzione annua di rifiuti
per abitante, iniziative di sensibilizzazione e miglioramento relative alla
gestione dei rifiuti, Matera è settantottesima e Potenza ottantacinquesima. Nel
comparto energia Matera è settantatreesima, Potenza settantaseiesima, mentre è
nella mobilità sostenibile che si evidenzia un gap profondissimo con le città
più smart: qui, infatti, Matera è ottantesima e Potenza novantacinquesima.
Piero Miolla
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