giovedì 15 novembre 2018

Pisticci scalo non è un paese per lettori



Può un centro di oltre 700 residenti, rimanere senza giornali? E’ quello che si chiede da circa un paio di mesi la comunità di Pisticci scalo, ormai senza quotidiani, riviste e tutto quello che è legato alla editoria. Costretta, quindi, a fare a meno delle notizie della carta stampata, ma anche della cultura che offrono libri e riviste. Una situazione che si è venuta a creare dallo scorso agosto, dopo la chiusura   del bar “Camerlingo” di via Pomarico in cui, tra l’altro, oltre a dolci, alcolici, caffè e altri prodotti di ristoro, si potevano acquistare quotidiani e altri giornali.
Ora lo stesso esercizio commerciale ha cambiato gestione, ma della stampa in vendita non c’è traccia, sicché, chi vuole informarsi delle notizie del giorno a mezzo stampa, deve   mettersi in macchina e raggiungere Pisticci centro, oppure Craco Peschiera, Bernalda o Ferrandina. Un’operazione sicuramente accompagnata da un certo disagio, per cui sarebbero pochi (o nessuno) quelli che decidono di salire in automobile per andare a comprare i giornali in uno di questi centri i quali, comunque, distano parecchi chilometri dallo scalo. Non sappiamo i motivi per cui, con il cambio di gestione dell’esercizio commerciale, i nuovi responsabili, non sono tornati a vendere giornali come si verificava, ormai, da diversi decenni.
E’ certo però, che esiste una protesta silenziosa di chi abitualmente esce la mattina e, tra le prime operazioni, fa suo un giornale o una rivista. Qui, al quartiere residenziale ex Snam, realizzato di pari passo con l’Anic nei primi anni ‘60, i giornali si sono sempre venduti ed allora, quando la popolazione residente era sicuramente più del doppio dell’attuale, si vendevano tante copie nel locale della Foresteria, in pieno centro cittadino e poi, appunto nel locale di via Pomarico.
Tanti decenni sono trascorsi, ma la situazione è rimasta la stessa fino a un paio di mesi fa. Non ci resta quindi, che auspicare al più presto un ritorno alla normalità, magari con il superamento di qualche immancabile difficoltà, con un pronto ritorno a leggere la Gazzetta del Mezzogiorno e altri quotidiani e riviste, e non essere costretti a registrare qui, un’altra definitiva chiusura, dopo quelle dell’Ufficio Postale, del Centro per l’Impiego e, le altre più dolorose, delle industrie dell’area.
Michele Selvaggi 

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