“Il richiamo di Total è fuori
luogo: se pensa di comprarci e di ricattare, con la tipica arroganza francese,
ha sbagliato indirizzo”. Così l’assessore regionale all’Ambiente, Francesco
Pietrantuono, ha risposto alle critiche rivolte a via Anzio dal country chair e
amministratore delegato della multinazionale, François Rafin, il quale in
occasione dell’inaugurazione della nuova sede di Total, a Taranto, aveva
parlato di Tempa Rossa e del suo mancato avvio “bacchettando” la Regione
Basilicata per i ritardi nell’avvio della produzione del giacimento saurino.
“Piuttosto – ha aggiunto Pietrantuono - pensi a come recuperare credibilità
rispetto alle tante approssimazioni messe in campo. Non voglio ripetermi
rispetto ai tanti errori: dall’estensione del punto zero, al monitoraggio delle
acque di falda, alla partenza con le autobotti, allo scarico del depuratore nel
Sauro, alla bonifica di siti storici in area concessione, all’avvio delle prove
di estrazione senza la verifica di ottemperanza alle prescrizioni; alcune delle
quali ancora non risolte. Perciò trovo il richiamo di Total fuori luogo”. Il
titolare della delega all’Ambiente della Regione Basilicata è poi andato oltre:
“Nel merito, deve essere chiaro a tutti un punto: senza anche la validazione di
Ispra un’impresa come Total non può partire. Per questo rivolgo un ennesimo
invito al ministro Costa di sbloccare l’accordo tra la Regione, il Ministero,
Ispra ed Arpab. Avevamo messo in campo un percorso sinergico che stava dando
importanti risultati in termini di livelli di qualità: dal riesame delle
autorizzazioni ambientali, sia del Cova che di Tempa Rossa, ai sopralluoghi
tecnici, alla verifica della caratterizzazione finalizzata alla bonifica a
seguito dello sversamento dei serbatoi del Cova. Il rischio è di mettere tutto
in discussione se non si procede immediatamente al rinnovo dell'accordo. Per
tali ragioni mi auguro, per la Basilicata, che si arrivi quanto prima alla sua
definizione, ha concluso Pietrantuono che ha dunque fornito una posizione
ufficiale di via Anzio alle parole di Rafin.
Il quale giova ricordarlo, era stato
piuttosto esplicito dichiarando che il ritardo “delle autorizzazioni priva
l’investitore del giusto ritorno dal suo investimento, i cittadini di posti di
lavoro, le imprese di contratti di appalto, stessa Regione Basilicata di 100
milioni di euro all’anno di royalties a regime e lo Stato italiano di altri 100
milioni di euro all’anno di imposte sul reddito. I ritardi penalizzano tutti,
bisogna sapervi mettere fine senza aspettare ulteriormente”.
Piero Miolla
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