martedì 7 novembre 2017

Rlievi geofisici a Marina di Pisticci: la posizione di No Scorie


PIERO MIOLLA
Pisticci. Per quale motivo i tecnici della Lighthouse, a bordo delle navi Città di Salerno III e Lipuda che operano nelle acque prospicienti Marina di Pisticci, studiano la cimodocea e la posidonia, due piante acquatiche? La domanda è di dominio pubblico nel Metapontino, tanto da aver convinto il consigliere regionale del M5S, Gianni Leggieri, a interrogare il presidente della Marcello Pittella, e aver determinato la presa di posizione di No Scorie Trisaia. Il timore è che dietro il silenzio delle autorità possa celarsi qualche manovra propedeutica alla realizzazione di un mega gasdotto che, partendo da Israele, porterebbe gas in Italia, sulle coste joniche lucane, proprio a Marina di Pisticci. A svelare che l’attività in corso nel mare di Pisticci concerne lo studio delle due piante acquatiche è stato il sindaco di Pisticci, Viviana Verri, che ha rivelato di aver appreso, a seguito di interlocuzione con un geologo e personale di bordo della Lighthouse, che “i rilievi geofisici sono funzionali ad attività di natura ambientale condotte su cimodocea e posidonia, su richiesta dal committente Doris Engineering. I nostri interlocutori hanno escluso attività legate alle perforazioni ed alle piattaforme petrolifere”. Chiarita la mission delle due navi, tutti adesso si chiedono a cosa serve questo studio sulle piante citate. No Scorie prova a fare un parallelo con il Tap, l’ormai famigerato gasdotto che “sbarcherà” sulle coste salentine. “Uno dei vincoli ambientali che incontrerà la realizzazione del futuro gasdotto Tap nel mare Adriatico – recita una nota dell’associazione - è proprio la poseidonia”. E allora? E’ lecito ipotizzare similitudini anche con il mega gasdotto proveniente da Israele? Al momento sono solo ipotesi, forse suggestive. Per togliere ogni dubbio, però, sarebbe auspicabile una presa di posizione da parte delle autorità, locali e nazionali. “Le istituzioni che hanno autorizzato le navi che in questo periodo nello Jonio fanno rilievi geofisici – continua la nota di No Scorie - hanno il dovere di informare le popolazioni locali e tutto l’apparato economico-turistico e della pesca sul tipo di rilievi effettuati, per chi li fanno, chi li ha commissionati, pagati e, soprattutto, l’utilizzo finale che ne dovranno fare. Costa molto da parte delle istituzioni locali chiedere queste cose alle altre istituzioni? Costa molto agli onorevoli dal comunicato e dal tweet facile interpellare il ministero e tutti gli enti preposti?” si è chiesta No Scorie. “Era già successo nello Jonio calabrese che una nave facesse strani rilievi geofisici e che spingesse addirittura i pescatori locali ad allontanarla, in quanto al suo passaggio faceva perdere il pescato, e a farla rientrare in porto. Quando abbiamo lanciato l’allerta sul probabile approdo del gasdotto East Med e chiesto ai sindaci, in primis a quelli di Pisticci e Bernalda, di opporsi alla concessione San Teodoro, appello ignorato, avevamo i nostri buoni motivi a difesa delle coste e del nostro mare”. Infatti, “sull’area in questione sussiste ancora il permesso di prospezione della Schlumberger e il D79 ex Enel Longanesi. Il mar Jonio e le sue coste restano al centro di grossi interessi internazionali. Apprendere che la stessa flora del mar Jonio venga monitorata ci potrebbe far piacere, ma vorremo capire perché e da chi. Il tratto di mare antistante Pisticci – conclude la nota - è un’area nursery per i delfini, ricca di biocenosi, dove esiste persino la presenza del corallo bianco: un patrimonio inestimabile da cui qualsiasi attività industriale andrebbe tenuta alla larga”.

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