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venerdì 20 luglio 2018

A Pisticci il Pd perde pezzi in Consiglio comunale.



“Il Partito Democratico non mi rappresenta più: per questo motivo, con grande rammarico, mi sospendo dal gruppo consiliare Pd in seno al Consiglio comunale di Pisticci”. Così il consigliere comunale Tommaso Gioia ha annunciato l’addio al Pd, che dunque perde uno dei due rappresentanti eletti in seno alla massima assemblea cittadina. 
Gioia era stato il più votato della lista che, alle elezioni amministrative del 2016, aveva sostenuto il candidato sindaco, Andrea Badursi, anch’egli eletto in Consiglio. Con una missiva indirizzata al presidente del Consiglio comunale, Gianpiero Andrulli, e per conoscenza, al segretario regionale del Pd, Mario Polese, a quello provinciale di Matera, Claudio Scarnato, alla neo eletta a responsabile della segreteria cittadina, Antonella Giasi, nonché al capogruppo consiliare, Badursi, Gioia ha annunciato il suo passaggio al gruppo Misto. 
“La decisione di candidarmi derivò dalla promessa della nascita di un nuovo ciclo politico. In quest’ottica, negli ultimi 2 anni mi sono sempre impegnato al massimo, sebbene con non poche difficoltà, trovandomi all’opposizione ed alla mia prima esperienza politica, sempre con la consapevolezza di lavorare per il territorio. Tuttavia, il mio impegno politico è stato completamente ignorato, la mia forte voglia di crescere politicamente e di partecipare alla rinnovazione del partito, è stata del tutto trascurata. 
Dai massimi esponenti del Pd provinciale e regionale, mi sarei aspettato maggiore riguardo ed attenzione, soprattutto rispetto alle problematiche del territorio. Invece, nessuna delle mie aspettative di crescita è stata presa in considerazione, se non dal capogruppo Badursi e dai due segretari che si sono succeduti a livello locale, Rocco Negro e Giasi. Tristemente, prendo atto che quei valori di un rilancio del partito che mi erano stati prospettati, e in cui ho creduto fermamente, non sono in realtà mai stati garantiti ed attuati. Ringrazio il mio elettorato e preciso che questa decisione non pregiudicherà il mio impegno personale e politico sul territorio”.
Piero Miolla

giovedì 7 giugno 2018

Questione migranti a Venosa, per il sindaco Gammone "allarmismo inutile".



“Credo che in questo momento ci sia un allarmismo inutile”. Per il sindaco di Venosa, Tommaso Gammone, l’iniziativa del neonato comitato di cittadini che sta raccogliendo firme per fermare l’arrivo di 20 migranti richiedenti asilo, che verrebbero ospitati in due appartamenti siti in altrettanti condomini del centro cittadino, è probabilmente frutto di un qualcosa che, al momento, non ha motivo di essere. 
“Tutti i cittadini – ha spiegato Gammone - sono legittimati a fare ciò che credono e ritengono più giusto per tutelare soprattutto la propria tranquillità. Io credo, però, che in questo momento ci sia un allarmismo inutile, visto e considerato che al momento non solo non è arrivato nessuno, ma anche che il sottoscritto non è informato di nulla di tutto questo, sempre che ci sia la necessità che io debba essere informato. Lo dico perché, come ben sa, questo è un piano che adotta la Prefettura, che decide come ripartire dal punto di vista quantitativo i migranti nei vari centri della provincia. Da un colloquio che ho avuto con il prefetto, a parte la disponibilità da lei mostrata sul tema, sono anche venuto a conoscenza quasi un anno fa che Venosa avrebbe ospitato, nel caso fosse stato deciso in tal senso, un numero esiguo di migranti tenuto conto che noi siamo una città turistica. Inoltre, come ho anticipato, il prefetto si è mostrato molto disponibile ad affrontare la questione, tanto che oggi la incontreremo a Potenza con una delegazione del comitato che si è appena costituito a Venosa”. Di cosa si discuterà nel dettaglio? “Del percorso da intraprendere per fare in modo che i cittadini siano tranquilli e che il prefetto possa comunque fare il suo dovere”. Proprio per questo Gammone ha precisato: “Io come sindaco in tal modo potrò tranquillizzare i miei cittadini e, al tempo stesso, non essere di intralcio all’attività del prefetto”. 
Il primo cittadino, dunque, ha manifestato un atteggiamento di grande prudenza sulla questione, consapevole di essere stretto tra le richieste legittime alla tranquillità dei propri concittadini e il fatto che le decisioni sulle attribuzioni dei migranti spettino comunque al prefetto. “Preferisco un atteggiamento di equilibrio perché sia la prefettura che il sindaco sono ufficiali di governo: entrambi devono fare il proprio dovere, ma io, da sindaco, non posso certo mettermi contro i cittadini”. Morale della favola? “Non mi metterò contro il prefetto, ma neanche contro i cittadini di Venosa”, ha concluso Gammone.
Piero Miolla

venerdì 18 maggio 2018

Pisticci, penale a Teknoservice: interrogazione del consigliere Tommaso Gioia.



Ballano centoventimila euro perché non sarebbe stata applicata alla Teknoservice la penale per il mancato raggiungimento della percentuale del 65 per cento della differenziata. E’ l’oggetto di un’interrogazione consiliare al sindaco di Pisticci, Viviana Verri e al presidente del locale Consiglio comunale, Giampiero Andrulli, protocollata dal consigliere di minoranza, Tommaso Gioia, eletto nelle liste del Partito Democratico. 
La penale cui ha fatto riferimento Gioia, che, in realtà non è stato il primo a sollevare la questione (prima di lui era stato il pentastellato Francesco Gioia a chiedere spiegazioni alla sua maggioranza), è quella prevista dall’articolo 4 del contratto stipulato tra Palazzo Giannantonio e la Teknoservice. In base ad esso, calcolando ventimila euro per ogni punto percentuale mancante al raggiungimento dell’obiettivo del 65 per cento di raccolta differenziata e considerando che, come è emerso nel corso del Consiglio comunale del 21 febbraio, nel quale si discusse il piano finanziario della Tari, la percentuale di differenziata a Pisticci e nel suo territorio avrebbe raggiunto “solo” il 59 per cento, la penale da applicare a Teknoservice sarebbe stata, appunto, di centoventimila euro. 
Gioia, nell’interrogazione ha anche fatto riferimento a quanto si verificò nel Consiglio comunale citato, quando il “consigliere di maggioranza, Francesco Quinto, denunciò al sindaco e ai consiglieri la mancata applicazione della penale, formulando espressa richiesta agli uffici competenti (Ufficio Tributi ed Ambiente, ndr), di relazionare sulla sua applicabilità. Considerato che ad oggi “suddetta penale non è stata applicata e che, invece, la sua applicazione avrebbe giovato a tutta la cittadinanza in quanto avrebbe ridotto il piano tariffario di centoventimila euro”, e tenuto conto dell’ultimo “disservizio verificatosi l’11 maggio, quando la Teknoservice ha deciso di applicare alla quasi totalità dei bidoni di indifferenziata nel Comune di Pisticci il bollino materiale non conforme”, Gioia, ha interrogato il primo cittadino affinché renda “edotti i cittadini e i consiglieri comunali sulle motivazioni che hanno indotto l’Amministrazione comunale a non applicare la penale, e se vi sia una correlazione tra il disservizio verificatosi l’11 maggio e l’applicazione o non applicazione della penale” citata. Un tema, quello della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti, che, a Pisticci e dintorni, rimane caldissimo.
Piero Miolla

mercoledì 2 maggio 2018

Il consigliere del Pd, Gioia, chiede che venga ritirata la convenzione con il Comune di Bernalda.



Riceviamo e volentieri pubblichiamo le riflessioni e le richieste del consigliere comunale del Pd, avv. Tommaso Gioia.



"Gli accadimenti che si sono verificati, nelle ultime settimane, all’interno dell’Amministrazione comunale pisticcese, relativi all’espletamento del concorso indetto dal Comune di Bernalda per l’assunzione di n. 2 istruttori tecnici, n. 2 istruttori di vigilanza e n. 2 istruttori contabili, e che hanno interessato personalmente il consigliere comunale M5S Ing. Antonio Gatto, mi inducono a precisare le seguenti considerazioni.
Come ormai è noto, il 3 aprile 2018 veniva pubblicato l’elenco degli ammessi al citato concorso per la copertura, tra gli altri, di n.2 posizioni da istruttore tecnico; tra gli idonei, con votazione di 28/30, risultava esserci il consigliere comunale M5S del Comune di Pisticci ing. Gatto; Il 5 aprile 2018, con delibera di giunta n. 72, il Comune di Pisticci stipulava una Convenzione con il Comune di Bernalda che avrebbe consentito “di utilizzare n. 3 graduatorie che saranno formate nel Comune di Bernalda, a seguito dell’espletamento dei concorsi (…) relativi alle figure professionali di n.2 istruttori di vigilanza, n. 2 istruttori tecnici, n. 2 istruttori contabili”.
Orbene, personalmente non ho mai dubitato dell’onestà e della buona fede del consigliere Gatto, ma ammetto che, lo storico degli accaduti e, in particolare, la scelta dello stesso consigliere di ritirarsi dalla graduatoria degli idonei solo dopo la divulgazione dei fatti a mezzo stampa e delle polemiche che ne sono derivate, hanno fatto scaturire più di un dubbio sulla opportunità della sua partecipazione al detto concorso.
E ciò ancor più se si considera che la dott.ssa Gerardi, segretaria comunale del Comune di Pisticci, ricopra lo stesso incarico presso il Comune di Bernalda, risultando altresì redattrice del contestato bando di concorso e membro della stessa commissione esaminatrice!!!!
Mi risulta, a questo punto, inevitabile riscontrare delle affinità con la figura di Pier della Vigna, raccontato da Dante nell’ottavo canto dell’Inferno della Divina Commedia, quale funzionario e segretario del Re Federico II di Svevia, accusato di tradimento, incarcerato, e morto suicida per dimostrare a tutti di essere, in realtà, innocente. Il Poeta, pur volendolo assolvere dall’accusa di tradimento, ritenuta ingiusta, lo colpevolizza, condannandolo alla dannazione eterna per aver commesso l’insensato gesto che, in realtà, l’ha fatto sembrare colpevole agli occhi del mondo.
Così, il consigliere Gatto, decidendo di abbandonare il suddetto concorso, ha agito proprio come Pier della Vigna, quasi “sacrificandosi” al fine di dimostrare la assoluta buona fede propria e dell’intera amministrazione comunale pentastellata.
Tuttavia, lungi dal condannare qualcuno, ritengo che l’intera maggioranza M5S debba assumersi le proprie responsabilità: se, infatti, i consiglieri 5 stelle non fossero stati a conoscenza della vicenda, significa che hanno ignorato e, tutt’ora ignorano completamente, l’attività dell’amministrazione pur avendo grosse responsabilità (di natura politica, personale e patrimoniale) sui risultati della stessa. Nel caso in cui, invece, abbiano condiviso i termini e le finalità della contestata convenzione, non hanno fatto altro che legittimare un evidente caso di conflitto di interessi, di cui all’art. 51 c.p.c.
Alla luce dei fatti accaduti, in qualità di consigliere di opposizione del gruppo PD del Comune di Pisticci chiedo, quindi, che venga ritirata la convenzione stipulata con delibera di giunta Comunale n. 72 del 5 aprile 2018, perché, avendo creato un evidente caso di conflitto di interessi, si pone in palese contrasto con i principi di trasparenza che ogni amministrazione dovrebbe perseguire.
Infatti, proprio di recente, alcuni Tribunali amministrativi si sono espressi a favore dell’applicazione analogica della norma sancita dall’art. 51 c.p.c., al fine di garantire la par condicio nelle procedure concorsuali, stabilendo che “i commissari debbano astenersi ogni qual volta sia ipotizzabile anche solo un potenziale “conflitto di interessi” con uno dei candidati” (Tar Sicilia, Palermo, con la sentenza n. 2397 del 18 ottobre 2016).
Con formula di chiusura, lo stesso art. 51 c.p.c. stabilisce, inoltre, che l’obbligo di astensione sussiste in ogni altro caso in cui esistano “gravi ragioni di convenienza”, imponendo al giudice (e, in questo caso, per analogia, al commissario) di astenersi quando intercorrano contatti e rapporti frequenti e intensi con il candidato tali da pregiudicare l’imparzialità e la serenità di giudizio e  “da suscitare ragionevoli e non meramente strumentali dubbi sulla percepibilità effettiva dell’imparzialità di giudizio nei destinatari dell’attività amministrativa e nei terzi” (Tar Sardegna, sez. I, senti n. 459/2013), atteso che la posizione rivestita del valutatore del concorso deve essere di terzietà rispetto ai concorrenti e non di mera imparzialità.
Si ribadisce che la suddetta norma riguarda, per espressa previsione giurisprudenziale, non solo chi è chiamato ad espletare compiti di natura giurisdizionale, ma è applicabile anche alle commissioni giudicatrici nei concorsi pubblici, le quali sono obbligate a garantire anch’esse “trasparenza, obiettività e terzietà di giudizio”, rappresentando, questi, principi irrinunciabili a tutela della parità di trattamento fra i diversi aspiranti vincitori.
Dunque, i nostri amministratori 5 stelle, ammirevoli portatori dei già citati principi di trasparenza, onestà ed imparzialità e, soprattutto, grandi sostenitori, a livello nazionale, dell’adozione di una legge finalizzata a reprimere i casi di conflitto di interessi nella P.A., ben avrebbero dovuto prevedere le conseguenze che sarebbero derivate dall’adozione della convenzione tra il nostro Comune e quello bernaldese e, anche solo per mera OPPORTUNITA’ POLITICA, avrebbero dovuto non stipularla.
Ma, proprio perché ciò non si è verificato, viene naturale chiedersi: se questi sono i presupposti, cose c’è di “nuovo”, rispetto al passato, in questo modo di fare politica?"
Avv. Tommaso Gioia
Consigliere comunale Pd di Pisticci