martedì 14 novembre 2017

Sanità: da domani la protesta dei medici di continuità assistenziali che non metteranno più a disposizione la propria auto per il servizio. A rischio paralisi le guardie mediche in 34 centri.

PIERO MIOLLA
Da domani una parte delle ex guardie mediche lucane, oggi medici di continuità assistenziale, attuano una forma di protesta particolare: rinunceranno all'utilizzo della propria auto per il servizio per protestare contro la decisione della Regione Basilicata di richiedere loro indietro circa 18 milioni di euro relativi alle indennità di rischio. "Dopo la decisione della Giunta Regionale di procedere, attraverso le aziende sanitarie, al recupero coattivo delle indennità pregresse per un volume complessivo a livello regionale di  circa 18 milioni di euro - recita una nota della Cgil - dopo un incontro meramente interlocutorio con il presidente Pittella e tutte le organizzazioni sindacali nel quale si era stabilito di provare a risolvere questa vicenda attraverso il congelamento della procedura di recupero fino a quando non sarà concluso l’iter della Corte dei Conti, nella convinzione che nessun danno erariale sia stato prodotto, in quanto tali compensi sono stati percepiti nella piena legittimità di un contratto e di un accordo integrativo regionale pienamente valido ed efficace, è calato di nuovo il silenzio istituzionale e nessun altro incontro su questo tema è stato convocato così come, invece, era stato detto. Di contro, le Aziende Sanitarie hanno già avviato le procedure per la restituzione delle indennità, ma assolutamente nulla è stato fatto per la messa in sicurezza delle sedi e per la sicurezza fuori le sedi. I medici escono in qualsiasi ora della notte, con qualsiasi condizione climatica e, oltre ai compiti legati alla professione, continuano ad affrontare tutti i disagi di una guida prevalentemente notturna, con strade difficilmente percorribili, nelle campagne più sperdute, considerata la frammentazione degli insediamenti abitativi della nostra regione. L’indennità di rischio, chiesta ora in restituzione, serviva proprio a compensare la mancanza di qualsiasi forma di sicurezza e anche a coprire il disagio dei medici. Adesso i medici di continuità assistenziale, così come preannunciato nei mesi scorsi ed anche in vista della stagione invernale, hanno deciso di dire basta e a tal fine hanno formalmente già comunicato a fine ottobre all’Asp di Potenza che da domani, 15 novembre, non metteranno più a disposizione la propria auto per svolgere il servizio. I presidi di continuità assistenziale coinvolti nella protesta sono Bella, Balvano, Sant’Angelo Le Fratte, Savoia, Sant’Arcangelo, Lagopesole, San Giorgio, Roccanova, Chiaromonte, Brienza, Spinoso, Armento, Abriola, Gallicchio, Missanello, Viggiano, Villa D’Agri, Rapone, Carbone, Ripacandida, Ginestra, Sasso di Castaldo, Anzi, Cancellara, Vaglio, Picerno. Acerenza, Albano, Campomaggiore, Brindisi, Trivigno, Baragiano, Ruoti, Castelsaraceno. In tutto questo, è sintomatico che a fronte di così tanto preavviso l’Asp ha mantenuto il silenzio assoluto senza nemmeno preoccuparsi di far fronte ai proprio obblighi rispetto al servizio nei confronti dei cittadini. Come Fp Cgil non possiamo che condannare ancora una volta questo atteggiamento che continua ad ignorare la giusta protesta degli oltre 500 professionisti della sanità che tutti i giorni sono in trincea per garantire il diritto alla salute dei cittadini lucani".

1 commento:

  1. Grazie particolare al giornalista che ha denunciato il pessimo stato della guardia medica .
    Spero che la questione raggiunga Rai Mediaset ansa reuter per denunciare chi demolisce la sanità

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