PIERO
MIOLLA
Da domani una parte delle ex guardie mediche lucane, oggi medici di continuità assistenziale, attuano una forma di protesta particolare: rinunceranno all'utilizzo della propria auto per il servizio per protestare contro la decisione della Regione Basilicata di richiedere loro indietro circa 18 milioni di euro relativi alle indennità di rischio. "Dopo
la decisione della Giunta Regionale di procedere, attraverso le aziende
sanitarie, al recupero coattivo delle indennità pregresse per un volume
complessivo a livello regionale di circa
18 milioni di euro - recita una nota della Cgil - dopo un incontro meramente interlocutorio con il presidente
Pittella e tutte le organizzazioni sindacali nel quale si era stabilito di provare a risolvere
questa vicenda attraverso il congelamento della procedura di recupero fino a
quando non sarà concluso l’iter della Corte dei Conti, nella convinzione che
nessun danno erariale sia stato prodotto, in quanto tali compensi sono stati
percepiti nella piena legittimità di un contratto e di un accordo integrativo
regionale pienamente valido ed efficace, è calato di nuovo il silenzio
istituzionale e nessun altro incontro su questo tema è stato convocato così
come, invece, era stato detto. Di contro, le Aziende Sanitarie hanno già
avviato le procedure per la restituzione delle indennità, ma assolutamente
nulla è stato fatto per la messa in sicurezza delle sedi e per la sicurezza
fuori le sedi. I medici escono in qualsiasi ora della notte, con qualsiasi
condizione climatica e, oltre ai compiti legati alla professione, continuano ad
affrontare tutti i disagi di una guida prevalentemente notturna, con strade
difficilmente percorribili, nelle campagne più sperdute, considerata la
frammentazione degli insediamenti abitativi della nostra regione. L’indennità
di rischio, chiesta ora in restituzione, serviva proprio a compensare la
mancanza di qualsiasi forma di sicurezza e anche a coprire il disagio dei
medici. Adesso i medici di continuità assistenziale, così come preannunciato
nei mesi scorsi ed anche in vista della stagione invernale, hanno deciso di
dire basta e a tal fine hanno formalmente già comunicato a fine ottobre all’Asp di Potenza che da domani, 15 novembre, non metteranno più a disposizione la
propria auto per svolgere il servizio. I presidi di continuità assistenziale
coinvolti nella protesta sono Bella, Balvano, Sant’Angelo Le
Fratte, Savoia, Sant’Arcangelo, Lagopesole, San Giorgio, Roccanova, Chiaromonte, Brienza, Spinoso, Armento, Abriola, Gallicchio,
Missanello, Viggiano, Villa D’Agri, Rapone, Carbone, Ripacandida, Ginestra,
Sasso di Castaldo, Anzi, Cancellara, Vaglio, Picerno. Acerenza, Albano,
Campomaggiore, Brindisi, Trivigno, Baragiano, Ruoti, Castelsaraceno. In tutto
questo, è sintomatico che a fronte di così tanto preavviso l’Asp ha mantenuto
il silenzio assoluto senza nemmeno preoccuparsi di far fronte ai proprio
obblighi rispetto al servizio nei confronti dei cittadini. Come Fp Cgil non
possiamo che condannare ancora una volta questo atteggiamento che continua ad
ignorare la giusta protesta degli oltre 500 professionisti della sanità che
tutti i giorni sono in trincea per garantire il diritto alla salute dei cittadini
lucani".
Grazie particolare al giornalista che ha denunciato il pessimo stato della guardia medica .
RispondiEliminaSpero che la questione raggiunga Rai Mediaset ansa reuter per denunciare chi demolisce la sanità