A
Marconia l’inclusione fa rima con tradizione. Nel centro jonico opera con
successo un laboratorio artigianale molto particolare, che parte dalla
tradizione dolciaria lucana per promuovere e realizzare l’inclusione sociale e
lavorativa: il suo nome è “Pizzicannella cuor di sapore” ed il motto è “i
sapori che includono”.
Un motto che dice tutto e che spiega come, in concreto,
un’attività dolciaria possa rappresentare anche un efficace strumento di
inclusione sociale: Pizzicannella, infatti, vede all’opera anche un giovane
affetto dalla sindrome di down ed è frutto della felice intuizione del
presidente della cooperativa Anthos, Benedetto D’Onofrio, nonché del sostegno
di soci lungimiranti, di anni di esperienza e di consapevolezze maturate, il
laboratorio non è altro che l’occasione per lanciare una nuova sfida: quella di
ritornare alla tradizione per sviluppare un presente e un futuro di fiducia e
solidarietà per quanti hanno difficoltà ad entrare o rimanere nel mondo del
lavoro. Si tratta di persone non più giovanissime con esperienza, immigrati e giovani
con abilità diverse: in tutti e tre i casi sono soggetti che hanno il grande desiderio
di spendersi e realizzarsi in ambito lavorativo.
“Sin da quando è sorta, nel ‘99
– ha spiegato D’Onofrio – Anthos, che oggi è anche un’impresa sociale, ha indirizzato
la sua attività al beneficio della comunità, intesa come insieme di uomini e
donne, di famiglie, di stranieri che scelgono di venire a trovar fortuna sul
territorio nazionale e, in particolare, nel Sud Italia. Lo fa attraverso due
tipi di azioni: la creazione di lavoro e l’offerta di servizi di accoglienza e
inclusione sociale. Genuinità, tradizione e passione sono gli ingredienti base
dei nostri prodotti, fondati su valori tradizionali e segreti tramandati nel
tempo. Questo felice connubio fra sapienza dell’uomo e qualità artigianale – ha
altresì aggiunto D’Onofrio - conferisce ai nostri prodotti l’inimitabile gusto
genuino dei sapori fatti in casa.”.
Pizzicannella, dunque, non è solo un
laboratorio artigianale il cui nome deriva da un dolce da forno tipico di
Pisticci, a base di cannella e cacao amaro, ma anche un esempio concreto di
come si possa promuovere, nello stesso tempo, il lavoro e l’inclusione sociale.
“A conti fatti è un progetto finalizzato a recepire la tradizione dolciaria
pisticcese e, più in generale, lucana e a favorire l’inserimento lavorativo di
ragazzi diversamente abili e persone in situazione di disagio”, ha concluso
D’Onofrio. Da ultimo, Pizzicannella ha iniziato ad esportare in Portogallo e
Norvegia, ed è anche sulla guida de La Repubblica “Basilicata: guida ai sapori
e ai piaceri della regione”.
Piero Miolla
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