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“Sono onorato di vestire questa
maglia e di aver giocato 30 partite con tutto il cuore”. Giovanni Cifarelli, portierone
montese 32enne, parla d’amore alla Libertas Montescaglioso e racconta la sua
annata sportiva con la maglia biancazzurra.
“La Polisportiva è casa mia, il
biancazzurro montese una seconda pelle”, ha ricordato Cifarelli, vero e proprio
uomo spogliatoio della squadra del presidente Locantore. La stagione del Club
biancazzurro si è conclusa con il terzultimo posto, ma con una salvezza mai in
discussione. Grazie anche al suo para-rigori.
Quella di Cifarelli, con 6
rigori, sventati e parate impossibili, 2.700 minuti in 30 presenze,
praticamente sempre in campo, è una storia d’amore. Confermata dal traguardo
delle 300 presenze con la maglia della sua città. Eppure, qualche rammarico c’è.
“Premesso che non è sta una
stagione facile per tante situazioni, da capitano di questa meravigliosa
famiglia, prima che una squadra di calcio, mi sento in dovere di ringraziare
tutti, dal presidente al custode del campo sportivo. Abbiamo trascorso una
stagione davvero difficile, dura, piena di ostacoli, di tante le difficoltà,
tantissimi i problemi. Nonostante tutto ciò abbiamo centrato una salvezza
tranquilla e mai in discussione. Sapevamo di vivere un anno di transizione,
dopo le tante partenze di amici desiderosi di fare altre esperienze in
categorie superiori, ma nonostante tutto abbiamo mantenuto la categoria, quindi
centrato l’obiettivo di inizio stagione. Cosa è mancato? Probabilmente qualcosa
a livello di testa. Ma non posso imputare nulla alla squadra. Delle 12 stagioni
in maglia biancazzurra, quella conclusa è stata la più difficile a livello di
risultati: mi sono sentito dire che questa è stata la squadra più brutta, più
scarsa della storia della Polisportiva, ma le chiacchiere stanno sempre a zero,
contano i fatti.
Per noi è stata la più bella a
livello di umanità e orgoglio, perché le sconfitte e i periodi scuri ci hanno
temprato e fatto crescere, facendo crescere anche l’amore e la stima tra di noi
in un mix di emozioni. Ci ha fatto sentire ancora più attaccati a questa
gloriosa e storica società che da 35 anni porta il nome di Montescaglioso in tutta
la Basilicata”. Con i veterani del gruppo, Michele Cetera e Emanuele Tafuno, capitan
Cifarelli è stato il riferimento in campo e non solo.
“Spesso abbiamo discusso con
veemenza, avuto diverbi, ma solo perché tenevamo alla nostra squadra e perché
abbiamo caratteri forti. Tutto questo è servito a fortificare il rispetto che
abbiamo l’uno dell’altro. Abbiamo affrontato partite in trasferte con sole 11
persone, ma non abbiamo mai abbassato la testa. Le mie parole sono state sempre
di incoraggiamento, non è stata la squadra più forte ma è un gruppo di amici
davvero unico. Ringrazio tutti, davvero sono orgoglioso dei miei compagni, mi
auguro di aver dato una mano ai più giovani in virtù del mio vissuto calcistico,
e spero di aver fatto capire ai ragazzi l’importanza di essere uomini e atleti
anche nella vita privata.
Spero, inoltre, di aver fatto
capire alle giovani leve non solo della mia squadra, cosa significa giocare
nella squadra del proprio paese, onorando la maglia tutti i giorni e
rispettarla con serietà cercando di far capire cosa vuol dire essere il
capitano di una squadra in difficoltà”.
Sul futuro Cifarelli ha le idee
chiare: “Giocherò finché avrò passione per allenarmi e fare sacrifici. Da
piccolo vedevo tutto ciò come un gioco dopo un lavoro, ma a 32 anni serve
passione. Quando farò fatica smetterò. Ma prima, con i miei compagni di squadra,
vogliamo riportare la Polisportiva nelle categorie che merita. E’ un sogno, ma
vedremo”.
Raffaele Capobianco
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