Sono 6 le comunità terapeutiche
che operano nei confini regionali con funzioni riabilitative, pedagogiche e
terapeutiche nel settore delle dipendenze. Ad esse si aggiunge un centro di
accoglienza. Nel dettaglio, a Genzano di Lucania c’è la comunità Emmanuel, con
20 posti autorizzati: opera come centro pedagogico-riabilitativo. A Irsina,
invece, opera la comunità “Fratello Sole”, che, a differenza di tutte le altre,
ospita persone con problemi di comorbilità psichiatrica, con 33 posti
autorizzati. Matera, invece, contribuisce attraverso la comunità “Casa dei
Giovani”, con 25 posti e un indirizzo terapeutico-riabilitativo. Sempre a
Matera c’è la il centro di accoglienza della “Casa dei Giovani”, struttura
definita a “bassa soglia”. A Potenza, invece, c’è “Insieme Potenza”, struttura
che 40 posti autorizzati, di cui 30 residenziali e 10 semi-residenziali.
Inoltre, ha al proprio interno una sezione femminile: l’indirizzo di siffatta
struttura è terapeutico-riabilitativo. A Salandra è attiva la comunità “Emmanuel”,
indirizzo pedagogico-riabilitativa che con i suoi 20 posti dà ricovero a
persone dipendenti da droga e alcool. Sempre in provincia di Matera, infine,
c’è la “Exodus” di Tursi, comunità terapeutica residenziale con 20 posti.
Nel
2016 (ultimi dati disponibili) i tossicodipendenti presenti nelle 6 comunità
lucane sono stati 188, di cui 69 provenienti da altre regioni e 119 dai Serd
della Basilicata. Proprio la sinergia tra comunità e Serd risulta fondamentale
ed indispensabile per creare un sistema territoriale realmente in grado di
fornire risposte realmente efficaci alla cittadinanza in stato di bisogno. Il
luogo naturale ed idoneo per creare, mantenere a promuovere tale collaborazione
è sicuramente il “Dipartimento Dipendenze” che deve riuscire a concertare in
pari dignità e pari responsabilizzazione rispetto ai processi di cura e
riabilitazione, le varie unità operative in esso presenti. I Serd e le comunità
debbono, quindi, assicurare la continuità assistenziale ed un intervento
realmente integrato e coordinato. Attività che parte sin dalle unità mobili di
strada, continua nei Serd e nelle comunità terapeutiche, nelle unità di
reinserimento, nei reparti ospedalieri, laddove ve ne sia bisogno, con un unico
obiettivo che vede al centro di tutti gli interventi la persona
tossicodipendente, o che faccia uso occasionale di stupefacenti e/o abuso
alcolico.
La droga più utilizzata da coloro che si rivolgono ai Serd è
l’eroina, che, nel 2016, era consumata dall’83,4 per cento degli utenti. Essa
viene assunta in diverse forme: inalata, iniettata o fumata, ed ha una maggiore
incidenza tra le donne. Rilevanza, seppur minore, hanno anche la cocaina (6,6
per cento), i cannabinoidi (5,9) ed il metadone da “strada” acquistato
illegalmente (1,8). Inoltre la maggior parte degli utenti è costituita da
poli-assuntori di sostanze psicoattive, cioè da persone che dichiarano di far
uso di diverse sostanze stupefacenti. Le sostanze secondarie maggiormente
utilizzate sono i cannabinoidi (39,7 per cento), la cocaina (37,5) e l’alcool
(10,9). La sostanza psicoattiva che gli utenti tossicodipendenti dei Serd
indicano come sostanza di iniziazione, cioè come prima sostanza d’abuso
illegale, è nell’81 per cento dei casi rappresentata dai cannabinoidi e nel 13
dall’eroina. Quest’ultima è prevalente tra le donne: una possibile spiegazione
potrebbe essere ricondotta al fatto che tra i maschi in età adolescenziale sono
più diffusi i comportamenti gregari e, quindi, l’uso di cannabinoidi, che
assolvono soprattutto a una funzione di socializzazione. L’età media di primo
approccio alle sostanze stupefacenti è di 14 anni per cannabinoidi e alcool,
mentre è più ritardata nel tempo per eroina (19 anni) e cocaina (21). Infine,
il livello d’istruzione degli utenti tossicodipendenti è complessivamente medio-basso:
il 42 per cento è in possesso del solo diploma di scuola media inferiore.
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