lunedì 7 maggio 2018

Dopo gli arresti per droga in Basilicata focus sulle comunità terapeutiche.



Sono 6 le comunità terapeutiche che operano nei confini regionali con funzioni riabilitative, pedagogiche e terapeutiche nel settore delle dipendenze. Ad esse si aggiunge un centro di accoglienza. Nel dettaglio, a Genzano di Lucania c’è la comunità Emmanuel, con 20 posti autorizzati: opera come centro pedagogico-riabilitativo. A Irsina, invece, opera la comunità “Fratello Sole”, che, a differenza di tutte le altre, ospita persone con problemi di comorbilità psichiatrica, con 33 posti autorizzati. Matera, invece, contribuisce attraverso la comunità “Casa dei Giovani”, con 25 posti e un indirizzo terapeutico-riabilitativo. Sempre a Matera c’è la il centro di accoglienza della “Casa dei Giovani”, struttura definita a “bassa soglia”. A Potenza, invece, c’è “Insieme Potenza”, struttura che 40 posti autorizzati, di cui 30 residenziali e 10 semi-residenziali. Inoltre, ha al proprio interno una sezione femminile: l’indirizzo di siffatta struttura è terapeutico-riabilitativo. A Salandra è attiva la comunità “Emmanuel”, indirizzo pedagogico-riabilitativa che con i suoi 20 posti dà ricovero a persone dipendenti da droga e alcool. Sempre in provincia di Matera, infine, c’è la “Exodus” di Tursi, comunità terapeutica residenziale con 20 posti. 
Nel 2016 (ultimi dati disponibili) i tossicodipendenti presenti nelle 6 comunità lucane sono stati 188, di cui 69 provenienti da altre regioni e 119 dai Serd della Basilicata. Proprio la sinergia tra comunità e Serd risulta fondamentale ed indispensabile per creare un sistema territoriale realmente in grado di fornire risposte realmente efficaci alla cittadinanza in stato di bisogno. Il luogo naturale ed idoneo per creare, mantenere a promuovere tale collaborazione è sicuramente il “Dipartimento Dipendenze” che deve riuscire a concertare in pari dignità e pari responsabilizzazione rispetto ai processi di cura e riabilitazione, le varie unità operative in esso presenti. I Serd e le comunità debbono, quindi, assicurare la continuità assistenziale ed un intervento realmente integrato e coordinato. Attività che parte sin dalle unità mobili di strada, continua nei Serd e nelle comunità terapeutiche, nelle unità di reinserimento, nei reparti ospedalieri, laddove ve ne sia bisogno, con un unico obiettivo che vede al centro di tutti gli interventi la persona tossicodipendente, o che faccia uso occasionale di stupefacenti e/o abuso alcolico. 
La droga più utilizzata da coloro che si rivolgono ai Serd è l’eroina, che, nel 2016, era consumata dall’83,4 per cento degli utenti. Essa viene assunta in diverse forme: inalata, iniettata o fumata, ed ha una maggiore incidenza tra le donne. Rilevanza, seppur minore, hanno anche la cocaina (6,6 per cento), i cannabinoidi (5,9) ed il metadone da “strada” acquistato illegalmente (1,8). Inoltre la maggior parte degli utenti è costituita da poli-assuntori di sostanze psicoattive, cioè da persone che dichiarano di far uso di diverse sostanze stupefacenti. Le sostanze secondarie maggiormente utilizzate sono i cannabinoidi (39,7 per cento), la cocaina (37,5) e l’alcool (10,9). La sostanza psicoattiva che gli utenti tossicodipendenti dei Serd indicano come sostanza di iniziazione, cioè come prima sostanza d’abuso illegale, è nell’81 per cento dei casi rappresentata dai cannabinoidi e nel 13 dall’eroina. Quest’ultima è prevalente tra le donne: una possibile spiegazione potrebbe essere ricondotta al fatto che tra i maschi in età adolescenziale sono più diffusi i comportamenti gregari e, quindi, l’uso di cannabinoidi, che assolvono soprattutto a una funzione di socializzazione. L’età media di primo approccio alle sostanze stupefacenti è di 14 anni per cannabinoidi e alcool, mentre è più ritardata nel tempo per eroina (19 anni) e cocaina (21). Infine, il livello d’istruzione degli utenti tossicodipendenti è complessivamente medio-basso: il 42 per cento è in possesso del solo diploma di scuola media inferiore.

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