“La Basilicata non può accettare la nascita dell’Acquedotto del Mezzogiorno”. Anche a Pisticci Lidia Ronzano, del coordinamento Acqua pubblica di Basilicata, ha ribadito la sua preoccupazione per il progetto di Michele Emiliano.
“L’acqua è un bene comune e
un diritto universale riconosciuto dall’Onu e deve essere esclusivamente
partecipata e pubblica, ossia controllabile dai cittadini e senza alcuna
presenza gestionale privata. Lo hanno deciso con il referendum del 2011 28
milioni di italiani, fra cui 270mila lucani”. In riferimento all’inserimento
dell’emendamento nella Finanziaria, Ronzano ha ricordato: “Nel nostro Paese
occorre prestare molta attenzione a ciò che accade in Parlamento a ridosso di
Ferragosto e di Natale o Capodanno. E’ in questi giorni, quando gli italiani
sono al mare o alle prese con le feste natalizie, che in quelle aule si
partoriscono le norme più insidiose. Anche l’anno scorso, a pochi giorni dal
Natale, la Commissione Bilancio della Camera ha inserito nella Finanziaria un
comma che dà avvio alla costituzione dell’Acquedotto del Mezzogiorno.
Il
progetto, per le sue dimensioni e il suo impatto sui territori interessati,
avrebbe richiesto, secondo i principi della democrazia, processi decisionali
ben più condivisi e trasparenti ed una legge specifica, frutto di concertazione
con i territori e di discussione in sede parlamentare”. Invece, niente di tutto
questo. Ma perché si è contrari all’Acquedotto del Mezzogiorno? “E’ un
organismo mastodontico che finirebbe inevitabilmente con lo sfuggire ad ogni
possibilità di controllo da parte delle singole Amministrazioni regionali e,
soprattutto, dei cittadini. Esso poi, grazie ai flussi monetari ed alla
disponibilità di un bene di primaria importanza, calamiterebbe gli interessi
della malavita e delle multinazionali che già da tempo mirano ad impossessarsi
dell’acqua del Sud Italia. La Basilicata ha già ampia esperienza nel rapporto
con le multinazionali del petrolio”.
Insomma, la nuova mega struttura va
evitata e, per farlo, in passato il coordinamento ha scritto anche al
presidente Pittella, chiedendo la sua opposizione al progetto. Non solo:
Ronzano ha anche chiesto “una mobilitazione generale dei lucani, perché solo
con l’unione e la pressione alle istituzioni si potrà ottenere un risultato positivo.
Non abbiamo bisogno della mega-società ma, piuttosto, della trasformazione di
Acquedotto Lucano in aziende speciale pubblica che si occupi esclusivamente
della gestione del servizio idrico integrato, operando in sinergia con le
analoghe strutture delle vicine regioni con la finalità di tutelare il bene
acqua a vantaggio sia delle presenti che delle future generazioni”.
Piero Miolla
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