sabato 2 giugno 2018

Lidia Ronzano (Acqua Pubblica Basilicata) dice no all'Acquedotto del Mediterraneo.


“La Basilicata non può accettare la nascita dell’Acquedotto del Mezzogiorno”. Anche a Pisticci Lidia Ronzano, del coordinamento Acqua pubblica di Basilicata, ha ribadito la sua preoccupazione per il progetto di Michele Emiliano. 
“L’acqua è un bene comune e un diritto universale riconosciuto dall’Onu e deve essere esclusivamente partecipata e pubblica, ossia controllabile dai cittadini e senza alcuna presenza gestionale privata. Lo hanno deciso con il referendum del 2011 28 milioni di italiani, fra cui 270mila lucani”. In riferimento all’inserimento dell’emendamento nella Finanziaria, Ronzano ha ricordato: “Nel nostro Paese occorre prestare molta attenzione a ciò che accade in Parlamento a ridosso di Ferragosto e di Natale o Capodanno. E’ in questi giorni, quando gli italiani sono al mare o alle prese con le feste natalizie, che in quelle aule si partoriscono le norme più insidiose. Anche l’anno scorso, a pochi giorni dal Natale, la Commissione Bilancio della Camera ha inserito nella Finanziaria un comma che dà avvio alla costituzione dell’Acquedotto del Mezzogiorno. 
Il progetto, per le sue dimensioni e il suo impatto sui territori interessati, avrebbe richiesto, secondo i principi della democrazia, processi decisionali ben più condivisi e trasparenti ed una legge specifica, frutto di concertazione con i territori e di discussione in sede parlamentare”. Invece, niente di tutto questo. Ma perché si è contrari all’Acquedotto del Mezzogiorno? “E’ un organismo mastodontico che finirebbe inevitabilmente con lo sfuggire ad ogni possibilità di controllo da parte delle singole Amministrazioni regionali e, soprattutto, dei cittadini. Esso poi, grazie ai flussi monetari ed alla disponibilità di un bene di primaria importanza, calamiterebbe gli interessi della malavita e delle multinazionali che già da tempo mirano ad impossessarsi dell’acqua del Sud Italia. La Basilicata ha già ampia esperienza nel rapporto con le multinazionali del petrolio”. 
Insomma, la nuova mega struttura va evitata e, per farlo, in passato il coordinamento ha scritto anche al presidente Pittella, chiedendo la sua opposizione al progetto. Non solo: Ronzano ha anche chiesto “una mobilitazione generale dei lucani, perché solo con l’unione e la pressione alle istituzioni si potrà ottenere un risultato positivo. Non abbiamo bisogno della mega-società ma, piuttosto, della trasformazione di Acquedotto Lucano in aziende speciale pubblica che si occupi esclusivamente della gestione del servizio idrico integrato, operando in sinergia con le analoghe strutture delle vicine regioni con la finalità di tutelare il bene acqua a vantaggio sia delle presenti che delle future generazioni”.
Piero Miolla

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