martedì 17 luglio 2018

Michele Ottati denuncia: la Regione Basilicata non ha mai accettato l'audit esterno.



Dopo aver scoperchiato la marmitta Sanità Matera con tutto quell’andazzo portato avanti da persone tra le quali il massimo esponente ufficiale della regione, c’è da chiedersi perché non si scoperchi anche la marmitta Sanità Potenza. L’assessore alla Sanità ed il direttore generale del dipartimento Sanità dovevano essere senz’altro al corrente perché tutto dovrebbe essere firmato da loro;
Se non fosse così e visti gli scandali, perché l’assessore alla Sanità non predispone di far eseguire un “audit esterno” da società internazionali dell’audit per assicurarsi che a Potenza tutto, da anni, sia più che normale.
Nel 2014 chiesi da assessore regionale un “audit esterno” per capire da dove proveniva il buco finanziario di 12 milioni di euro all’anno dei 3 Consorzi di Bonifica di cui uno gestito da un direttore Coldiretti. La stessa cosa per il buco finanziario strutturale di 4 milioni di euro per l’Ara. Fu rifiutato dal presidente preferendo un Commissario alla lucana maniera, cioé una persona controllabile, malleabile e che non sia in grado di risolvere nessun problema. Questo sta a dimostrare l’incapacità e l’incompetenza gestionale del presidente regionale a non capire l’importanza del concetto “audit” per risolvere veramente i problemi.
Infatti l’audit è la valutazione indipendente volta a ottenere prove, relativamente a un determinato oggetto, a valutarle obiettività, al fine di stabilire in quale misura i criteri fissati siano stati soddisfatti o meno. Il concetto di audit si applica a molte attività e viene effettuato da persone che hanno caratteristiche personali dimostrate e competenti. Nessuno di tutti i commissari nominati da Bubbico, De Filippo e Pittella hanno dimostrato di avere tali caratteristiche, quindi questi presidenti non hanno mai avuto nessuna intenzione di risolvere un solo problema.
Fu proprio De Filippo a trasformare l’organismo pagatore europeo lucano in un carrozzone elettoralistico, mettendoci dentro sindaci trombati, persone licenziate dai Consorzi e rinunciando al personale audit qualificato. La conseguenza fu il ritiro del riconoscimento europeo all’Arbea. Oggi come allora, al presidente regionale di turno, non gliene frega niente. Senza una cultura dell’audit, che assicuri in tutto ciò che dipende dalla regione il rispetto dei manuali delle procedure, l’analisi e la gestione dei rischi, la supervisione e un servizio di audit interno regionale, si dà libero campo alla corruzione, al clientelismo, ai favori, alle raccomandazioni, impedendo alla Regione ogni suo sviluppo.
Perchè, al posto di cambiare commissari e direttori all’Arpab e affermare “tout va bien Madame la Marquise”, il Presidente regionale non si sia deciso ad effettuare un audit esterno per non cadere nel ridicolo, quando il controllato si trasformi anche in controllore?
Come non si fa a non auditare il dipartimento Agricoltura dove ho tentato di creare invano un servizio di audit interno. Cosa succede nell’Alsia, nel Consorzio di Bonifica unico da 6.000 dipendenti, nell’Ara, nei Gal, nel rispetto dei regolamenti comunitari, nel modo in cui i fascicoli aziendali sono compilati dai Caa con agricoltori che aspettano ancora l’aiuto al diritto del 2016 e 2017. Abbiamo un commissario del Consorzio unico di bonifica che guadagna 15 volte quanto guadagna mensilmente un operaio forestale e che è stato nominato dal presidente regionale come rappresentante della Regione in seno al consiglio di amministrazione con il 40% dei voti.
Non c’è mai stato un audit esterno nel settore della formazione nel dipartimento Attività Produttive, nemmeno nella centrale regionale degli appalti pubblici, nei parchi regionali e nazionali, nell’attribuzione degli appalti pubblici per Matera 2019 a 10 aziende lucane, nemmeno nelle zone artigianali e industriali per capire perché non si è voluto l’aeroporto a Pisticci e perché Tecnoparco non viene chiusa e perché la bonifica del Valbasento non è mai iniziata.
Questo complotto dei politici carbonari lucani è la causa del sottosviluppo lucano, inserendoci i 70 sindaci Pd e tutti i dirigenti che vivono di Pd perché alimentano il rifiuto di una cultura dell’audit.
Fatti come quelli scoperti nella Sanità Matera sono oggigiorno presenti dappertutto o, comunque, dove non sono stati insediati gli anticorpi amministrativi ed i dirigenti competenti e indipendenti per contrastare sin dalla nascita ogni sintomo di clientelismo, checché ne dica il presidente regionale.
Per questo non bastano controlli cartacei ma controlli sul posto eseguiti da persone che abbiano le caratteristiche degli auditors. Nulla è stato fatto per formare tali dipendenti regionali. Perché?
Nel programma del Movimento federalista Lucano viene posto come prima priorità l’azzeramento di tutta l’amministrazione regionale per poter ripartire su nuove basi con la cultura dell’audit e dei dipendenti regionali competenti indipendenti e permanenti al servizio esclusivo dei lucani e non degli interessi elettoralistici del Pd. Il nostro sito potrà dare conferma di una serie di altre proposte concrete ed innovative per la Basilicata.
Michele Ottati
Movimento Federalista Lucano

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