I risultati dell'inchiesta sulla
Sanità lucana, ed i conseguenti arresti del presidente della Regione e dei
vertici delle aziende sanitarie locali, dipingono l’ennesimo scenario avvilente
e, se è vero che da garantisti non si deve entrare nel merito dell'indagine
giudiziaria, su cui sarà la magistratura a fare chiarezza (ed a stabilire
eventuali responsabilità), è anche vero che non si può non sottolineare con
forza e sdegno ciò che da questa inchiesta emerge, e cioè un quadro comunque
sconsolante, (benché risaputo e da pochi – troppo pochi - denunciato): un
sistema di potere non trasparente ed un malgoverno dell’apparato
politico-istituzionale, un sistema malato che ha distrutto la nostra regione,
che ha da tempo intossicato la coscienza civile di una parte della società
lucana, e che ha soprattutto distrutto la speranza dei tantissimi onesti.
La lista del malaffare e del
malgoverno in Basilicata è antica e lunga, e non c’è proprio più nulla di
cui meravigliarsi né di cui rallegrarsi; quale eredità resta a noi Lucani da
un tale sistema che ha fatto sì che la nostra Regione rimanesse tra le più
povere ed arretrate d’Italia? Nulla, una grande amarezza, ma anche e finalmente
una indignazione ed una rabbia più che giustificati.
Oggi c’è il silenzio o – peggio
- l’ipocrita corsa a prendere le distanze dal potere Pittelliano anche dei
tanti che fino a ieri ne avevano goduto i “benefici”: piccoli capetti locali,
imprese amiche, politici di professione per troppo tempo benevolmente silenti e
quindi complici, sindaci cambiabandiera in cambio di qualche soldo per
ripianare i debiti delle loro amministrazioni, nominati nei vari enti,
superburocrati “amici degli amici”, scadenti furbetti ammantati di un potere
dato in concessione dal capo, capibastone signori delle tessere; ma domani?
Cosa faranno tutti costoro domani?
Per evitare il rischio, più che
fondato, che questo stesso sistema di bassa lega – funzionale solo a se stesso
- si rigeneri in altre forme e con protagonisti diversi (ma non distanti da
quelli che hanno regnato negli ultimi 20 anni) il vero argine è solo e
soltanto l’alternanza politica: è l’alternanza al governo della cosa pubblica
il solo ed unico strumento per cancellare un sistema istituzionale e politico
fatto di favoritismi, connivenze, dispotismo familiare e malcostume; è
l’alternanza al governo l’unica possibilità per un totale rinnovamento delle
istituzioni.
L’unica occasione – e forse
l’ultima - che noi abbiamo per sconfiggere politicamente e democraticamente non
tanto e non solo i Pittella di turno, ma anche e soprattutto il circolo vizioso
del disvalore e della immoralità istituzionale, fatto a sistema dai tanti che
ne hanno beneficiato e che vorranno continuarne a goderne, è il prossimo
appuntamento delle elezioni regionali.
In attesa che la magistratura
faccia il suo corso, è dovere della buona politica e della sana società civile
lucana trasformare una sempre più forte voglia di riscatto in un radicale e
reale cambiamento fatto di capacità, onestà, merito, con il legittimo
desiderio ed il sacrosanto obiettivo - alle prossime elezioni regionali - di
poter finalmente sconfiggere e sostituire un disastroso centrosinistra che si
è fatto “sistema”.
Sen. Giuseppe Moles
(Commissario Regionale
“Forza Italia” Basilicata)
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