sabato 8 settembre 2018

Il ghetto de La Felandina verso l'ordinanza di sgombero?



Il ghetto de La Felandina rimarrà tale. Almeno per il momento. Le istituzioni stanno lavorando per sbloccare in meglio la situazione. Anche se l’unica miglioria logistica sarebbe, a questo punto, lo sgombero del campo. A tutt’oggi, però, il messaggio che arriva è quello di aver deciso di non decidere. Le condizioni igienico-sanitarie, ma soprattutto di dignità e decoro umano, in quei capannoni dismessi, anzi, mai entrati in funzione, sono già oltre la decenza.
Lo hanno dimostrato le foto e le immagini, circolate sui giornali e sul web, all’indomani del sopralluogo effettuato dal leader regionale leghista Pasquale Pepe, ma anche dal sindaco di Bernalda Domenico Tataranno e dalle forze dell’ordine. Situazione ampiamente rendicontata, nei giorni scorsi, anche dalla Gazzetta. Nel frattempo, però, sono quasi un centinaio i lavoratori extracomunitari alloggiati abusivamente a La Felandina, senza acqua corrente, né servizi igienici a disposizione. Essendo quella parte della zona Sin, senza le essenziali infrastrutturazioni.
Il Cea, il Centro di educazione ambientale attraverso il suo referente territoriale di Bernalda e Metaponto Geremia Ninno, ha lanciato un appello, nelle scorse settimane, su queste colonne, per garantire a questa gente un diritto umano essenziale, quello dell’acqua. Senza la quale diventa perfino difficile parlare di abitabilità di un luogo. E l’acqua, i “disperati” de La Felandina, cittadini stranieri con regolare permesso di soggiorno, se la procurano quotidianamente, viaggiando in bicicletta o a piedi, spesso senza pettorine catarifrangenti, sulla trafficata e pericolosa ss. 407 Basentana. Con taniche di plastica al seguito, che riempiono alle fontane di Metaponto Borgo o del Lido. Il primo cittadino di Bernalda, che già qualche mese fa, sgomberò i campi illegali che si erano formati a Metaponto, sotto il cavalcavia ferroviario e in alcuni capannoni dismessi della zona, si appresta a intervenire nuovamente.
“Nei giorni scorsi a La Felandina - afferma Tataranno – c’è stato il sopralluogo dell’Azienda Sanitaria locale del Materano. Aspettiamo il referto della visita, che non ci è ancora pervenuto. Nel frattempo, però, abbiamo convocato il curatore fallimentare che, attualmente, è il responsabile legale di quell’area, per discutere sul da farsi. I fatti mi inducono a credere che si andrà verso una nuova ordinanza di sgombero. Ma andrà organizzata bene, in ogni dettaglio”.
Anche per evitare, aggiungiamo noi, che si risolva come la precedente: ossia l’arretramento dei lavoratori africani di qualche centinaio di metri più a monte, dove formare un altro accampamento e apportare nuovo degrado a un territorio già abbondantemente devastato.
Angelo Morizzi

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