domenica 9 settembre 2018

La Basilicata continua ad essere la patria degli analfabeti.



“Gli analfabeti totali in Basilicata restano all’incirca l’11% ma il dato, riveniente dalla famosa indagine del compianto Tullio De Mauro, è in lieve miglioramento, così come lo è in generale la situazione regionale sul tema”. A parlare è il delegato regionale dell’Unla (Unione nazionale per la lotta contro l’analfabetismo) per la Basilicata, Leonardo Pace che conferma che i dati regionali sul tema non sono freschissimi e, in ogni caso, cozzano con quelli nazionali: in Italia, infatti, la percentuale degli analfabeti totali è del 3%. 
In Basilicata resiste un vero e proprio nocciolo duro di incolti che sale oltre il 40% per i cosiddetti analfabeti di ritorno, quei soggetti, cioè, che pur avendo conseguito la licenza media inferiore mostrano comunque difficoltà di comprensione e di lettura. Il problema non è solo della Basilicata. I dati Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico), infatti, rivelano che 7 italiani su 10 (dai 15 ai 65 anni) non comprendono un testo letterario, un contratto d’affitto o di un’utenza domestica, una polizza assicurativa, un articolo di giornale. In tal caso si parla di analfabetismo funzionale, che in Basilicata tocca quota 30%, “soprattutto tra coloro che hanno un titolo di studio non alto”, ha ricordato Pace. 
A differenza dell’analfabeta strutturale, quello funzionale sa leggere e scrivere, ma non capisce ciò che legge o, meglio, non ha gli strumenti analitici e critici per avvantaggiarsi di quello che legge, ascolta o apprende, trasformandolo in benzina per il suo agire sociale e la sua attività lavorativa. Insomma non si tratta (solo) di leggere un manuale senza capirlo, ma di non avere gli strumenti adatti a formarsi un’idea propria e originale del mondo circostante e delle sue dinamiche. Anche in Italia gli analfabeti funzionali sono quasi il 30% della popolazione, come ha confermato il Piaac (Programme for the International Assessment of Adult Competencies), programma dell’Ocse: siamo al quarto posto nel mondo. 
Insomma, se la Basilicata non è un’isola felice lo deve anche al contesto in cui si trova, cioè l’Italia. Che, in merito, potremmo considerare come un “penisola infelice”. 
Piero Miolla

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