Giuseppe Miolla è il coordinatore provinciale di Matera di Sinistra Italiana: a lui abbiamo posto alcune domande sulla politica lucana e sui problemi lucani. Questa la sua versione. Buona lettura
Quali sono i rapporti, di forza e non, con Articolo Uno, l’altra componente di Leu? A volte si ha l’impressione che ci sia una sorta di conflittualità o, meglio, di lotta a chi delle due anime debba prevalere. E’ un’osservazione infondata?
"L’esito
del voto elettorale del 4 marzo ha provocato certamente una battuta di arresto
al percorso avviato di costruzione del partito di Liberi e Uguali.
I rapporti
tra Sinistra Italiana e Articolo Uno MDP hanno subito una flessione dovuta a
mio avviso ad una mancata analisi approfondita delle cause che hanno portato
all’insuccesso elettorale.
Il popolo
di sinistra, e non solo, che pure aveva creduto nel progetto di Liberi e Uguali
ha bocciato la mancanza di discontinuità radicale rispetto al passato.
Liberi e
Uguali puo’ avere ancora un senso se si pone come obiettivo, non la
composizione o il riposizionamento del ceto politico, ma la creazione di una
forza politica che proponga un’alternativa a una società che ha fatto aumentare
le disuguaglianze in modo insopportabile, ha trasformato il lavoro in
precariato e sfruttamento e annuncia ai nostri figli una vita peggiore di
quella dei loro padri.
Il cammino
è faticoso ma Sinistra Italiana è pronta a fare la sua parte.
Serve
discontinuità politica e ricambio della classe dirigente".
"E’
necessario precisare che Liberi e Uguali è stata un’alleanza elettorale tra più
forze politiche, compresa Possibile, e che Sinistra Italiana ha già espresso la
sua contrarietà ad ogni accordo con il Partito Democratico.
Abbiamo
detto apertamente a Roberto Speranza di non indugiare e di accelerare nel
percorso di costituzione del quarto polo in alternativa al centrodestra, al M5S
e al PD.
Le
esternazioni di alcuni dirigenti di Articolo Uno non aiutano nella costruzione
del progetto e determinano incertezze che a meno di tre mesi dalla
presentazione delle liste complicano il percorso unitario a sinistra. Le
posizioni sono tutte legittime e vanno rispettate, ma urge un confronto chiaro
e schietto. I militanti di Articolo Uno, di Sinistra Italiana, di Possibile, di
Potere al Popolo e tutti quei cittadini che si riconoscono nei valori di
sinistra ci chiedono la costruzione di una proposta politica alternativa a
quella messa in campo dal Partito Regione".
"Ribadisco
che Sinistra Italiana sta già lavorando alla costruzione di un campo largo di soggetti
politici e civici che vogliono dar vita ad un’aggregazione di uomini e donne
che si propone di mettere in campo una credibile offerta politica, la più
partecipata possibile".
"Un’incredibile
serie di scandali ha recentemente richiamato l’attenzione dei Lucani sulla
sanità. Episodi di malasanità, incriminazioni a catena, arresti hanno
alimentato il convincimento che il servizio sanitario è ostaggio del sistema
politico. A fronte di queste notizie i cittadini vedono ospedali in affanno,
lunghe liste d’attesa, ticket esosi, servizi sanitari disuniformi e spesso poco
efficienti. Alla luce di tutto ciò, dobbiamo modificare questo stato di cose e
far sì che la politica non possa più mettere le mani sui servizi sanitari.
A solo titolo
esemplificativo e non esaustivo, sarebbe necessario intervenire sulla macchina
amministrativa e organizzativa, prevedendo nuovi criteri di nomina dei
direttori generali, sanitari e amministrativi, scegliendoli per competenza e
merito e non per vicinanza politica.
Inoltre le
Aziende sanitarie hanno il compito primario di accogliere e curare i malati e
questa loro missione non va sacrificata sull’altare dell’economicismo e dei
tagli lineari.
E’ con la
buona organizzazione e gestione, con l’aggiornamento e la motivazione del
personale, con la qualità e la trasparenza, con il taglio degli sprechi che si
può risparmiare in sanità, ma soprattutto con la estromissione della politica
che di questi sprechi è causa preminente.
Si
potrebbe parlare poi del bisogno dei servizi sanitari di prossimità, della
necessità di rivedere i criteri di accreditamento delle strutture private che
devono rispondere a determinati standard di qualità ed efficienza in un numero
necessario a soddisfare le esigenze sanitarie della popolazione; numero che non
sia insufficiente, ma nemmeno troppo elevato giacché è noto che in sanità
l’eccesso di offerta condiziona e determina un eccesso di domanda e di spesa.
Bisognerà rivedere il ruolo degli
amministratori delle ASL e delle Aziende Ospedaliere che oggi agiscono come i
padroni delle Aziende stesse, quando invece devono essere solo il supporto
organizzativo e gestionale del personale sanitario, che è l’unico interlocutore
dei malati e che, in questa veste, va valorizzato, motivato e rispettato, non
emarginato come ora accade, spesso senza essere nemmeno consultato sulle scelte
sanitarie (organizzazione dei servizi, scelta del personale, scelta dei
farmaci, dei presidi medico-chirurgici, dei reagenti, ecc.) oggi effettuate dalle
Amministrazioni aziendali.
Il tema “sanità” dovrà essere affrontato
con coloro che giornalmente operano nelle strutture".
"Ho già
avuto modo di esternare il mio pensiero nell’immediatezza dell’accaduto.
Le vicende
giudiziarie andranno affrontate nelle aule di giustizia, la questione politica
ci dice che oggi la Regione è ostaggio di un presidente, Pittella, che non si
dimette e della sua maggioranza che continua a sostenerlo. La questione morale di
Berlingueriana memoria, da noi sempre sollevata, è oggi ancora più grave e
urgente".
Come si ferma, dal punto di vista della sinistra, l’ascesa di Salvini e della Lega?
"Il gioco
di Salvini è chiaro: lui è convinto dai numeri sui social, dal consenso che ha
per strada che più alza la posta della sua provocazione e più aumentano i voti.
Bisogna sfidarlo sul merito delle questioni sociali, del lavoro, della crescita
economica, della lotta alle disuguaglianze, della questione migratoria,
attraverso un’operazione che evidenzi il carattere tutto propagandistico della
sua proposta politica e evidenziando la carenza strutturale del suo programma. Quello
che sta accadendo in Basilicata tra il senatore Pepe, che ha minacciato di
querelare il segretario regionale Cappiello, sta a testimoniare che la corsa al
potere prevale sulla proposta politica o nasconde la carenza della stessa. La
maggior parte dei leghisti lucani sono opportunisti che hanno cambiato casacca
pensando di cavalcare il cavallo vincente e anche questo aspetto dovrà essere
portato a conoscenza dei cittadini. Per il resto credo sia opportuno ignorare
le provocazioni e lavorare duro per dimostrare la credibilità della proposta politica
di una nuova sinistra che deve ritornare ad occuparsi dei problemi dei
lavoratori, delle piccole imprese, dei giovani professionisti e delle fasce
sociali più deboli della popolazione".
La
Basilicata e il lavoro: un connubio che in questo momento sembra essere molto
lontano dal concretizzarsi. Quali le sue proposte in merito?
"E’ la
questione principale e direi vitale per la nostra Regione. Assistiamo inermi da
troppo tempo allo spopolamento del nostro territorio, giovani che dopo enormi sacrifici
delle loro famiglie, sono costretti ad emigrare per poter avere una vita
dignitosa.
E’
necessaria un’azione politica che metta al centro la creazione di opportunità
concrete per facilitare da un lato il ritorno a casa dei nostri “cervelli” e
dall’altro l’obiettivo di una vera riqualificazione dei lavoratori che hanno
perso un’occupazione per i motivi più svariati. Il polo industriale della FCA di Melfi
necessita di scelte chiare, di un piano industriale che dia certezze sugli
investimenti e che guardi alla mobilità del futuro attraverso una discontinuità
delle relazioni sindacali e delle condizioni di lavoro, non comprimendo come spesso
è avvenuto i diritti dei lavoratori e migliorando le condizioni
lavorative. Bisogna essere chiari anche sulla questione petrolio. Le estrazioni
petrolifere sono state e sono tuttora un problema, più che un’opportunità per
la nostra regione.
Lo dicono i
dati e gli effetti che le estrazioni stanno determinando sul territorio lucano,
danni alla salute dei cittadini e danni ambientali ingenti e irreparabili. Per
quel che mi riguarda, non un barile in più deve essere estratto e non
un’autorizzazione di ricerca in più può essere concessa, ma si dovrà mettere in
campo un’azione che preveda l’uscita dalle fonti fossili per uno nuovo modello
di sviluppo che valorizzi il territorio e la sua vocazione agricola,
paesaggistica e turistica. La bonifica dei Sin Valbasento e Tito, l’avvio della
Zona economica speciale, la bonifica dei territori interessati dalle estrazioni
a spese delle compagnie, da un alto e dall’altro un piano di investimenti
pubblico per il risanamento idrogeologico del territorio possono essere
certamente occasioni per la creazione di posti di lavoro. L’appuntamento
elettorale sarà il terreno per meglio approfondire il tema del lavoro".
"Matera e i
Materani mi hanno accolto calorosamente ed il mio impegno per la città è pari a
quello che dedico per il mio paese natale, Pisticci, e per l’intero territorio
lucano. L’appuntamento di Matera 2019 doveva (uso l’imperfetto volontariamente)
essere l’occasione di riscatto per tutta la popolazione ma è diventato il
terreno di scontro della peggiore classe politica che la Basilicata abbia
conosciuto. De Pretis sarebbe sbiancato di fronte all’operazione di
trasformismo messa in campo dal sindaco della città e dalle forze politiche di
maggioranza e minoranza che nel corso della legislatura si sono scambiati i
ruoli. Il risultato: una città paralizzata che brilla di luce propria e che
resiste all’opera di oscurantismo messa in atto da politici senza scrupoli che usano
la cosa pubblica per scopi personali o delle loro clientele e che calpestano la
collettività".
Lei è
stato tra coloro che più degli altri ha fatto emergere la vicenda del cemento
armato a Marina di Pisticci: a suo giudizio come si coniuga il turismo e
l’imprenditoria con il rispetto dell’ambiente?
"La vicenda,
al di là degli ultimissimi sviluppi, evidenzia come la mancanza di
programmazione, di visione del futuro, di conoscenza delle specificità di un
territorio, sono elementi che lasciano all’iniziativa privata la possibilità di
impattare negativamente sullo sviluppo sostenibile. Credo anche che gli stessi
imprenditori siano vittime dell’inerzia della politica e che non avrebbero
nessuna difficoltà a coniugare lo sviluppo turistico con la tutela ambientale. L’adozione
del piano dei lidi non è più rinviabile e la sua progettazione e realizzazione
dovrà obbligatoriamente tenere insieme la tutela della zona SIC (sito di
interesse comunitario) con la volontà di investimenti strutturali degli
imprenditori. Si può fare impresa nel rispetto
dell’ambiente puntando sull’aspetto naturalistico del territorio e su una
offerta turistica nuova e sostenibile".
"Sono il
segretario provinciale di Matera di Sinistra Italiana e le decisioni devono
passare dagli organismi di partito. Le sfide non mi fanno paura e nel caso in
cui mi sarà chiesto di candidarmi mi farò trovare pronto".
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