Due anni di attesa per un
controllo senologico all’ospedale “San Carlo” di Potenza, poco più di uno per
quello urologico al Crob di Rionero in Vulture. Sono solo alcuni degli esempi
concreti di come, in Basilicata, a volte ci siano tempi eccessivamente lunghi
per alcune prestazioni sanitarie nel settore pubblico.
Abbiamo chiamato il
numero verde 848821821 per simulare alcune prenotazioni e, tra le altre cose,
sono emersi questi tempi. Naturalmente (e fortunatamente) non dappertutto è
così, visto che, per rimanere alla senologia, se è vero che per il controllo
del cosiddetto “kappa mammario” si deve attendere fino al 21 settembre 2020, è
anche vero che per la prima visita senologica, sempre nel nosocomio potentino,
la prima data utile è quella del 17 settembre, cioè dopodomani, mentre al Crob
è il 3 ottobre. Se, però, ci spostiamo a Matera, la prima data utile diventa
quella del 16 luglio 2019. C’è bisogno di andare dall’urologo? Bene, se si
tratta della prima visita urologica, a Matera bisogna attendere il 28 gennaio
del 2019, mentre a Policoro il 14 febbraio, al Crob il 2 aprile e, udite udite,
al San Carlo l’11 settembre dell’anno prossimo. Va meglio se ci si deve
controllare: a Rotonda c’è disponibilità già domani, a Matera dal 28 settembre,
mentre al San Carlo solo dal 24 maggio 2019, a Policoro dal 22 agosto e al Crob
dal 16 dicembre.
Se poi il problema è il cuore, non va molto male in caso di
prima visita: a Pescopagano, infatti, la prima data libera è il 24 settembre,
mentre a Matera il 9 novembre. Al San Carlo di Potenza? Solo il 25 marzo 2019.
Bisogna controllare il peacemaker? Non prima del 2 maggio 2019, mentre se il
controllo è generico, la prima data è quella di Venosa, il 3 ottobre di
quest’anno.
Per chi soffre di patologie tiroidee, invece, e risiede nell’area
Metapontina, c’è il centro di Tinchi, uno dei più accreditati in regione e
molto frequentato anche dai calabresi dell’alto Jonio e dai pugliesi del basso
Tarantino. Bene, se l’obiettivo è prenotare la prima visita nel nosocomio di
Pisticci, la prima data utile è il 1° ottobre 2018, ma nel caso di controllo si
passa direttamente all’11 maggio del 2019.
Insomma, se davvero ci si vuole
curare (o controllare) in una struttura pubblica, la nostra regione al momento
offre questi tempi: in alcuni casi biblici, in altri anche celeri. Per questo,
spesso e volentieri chi ha la possibilità economica (o la necessità di agire in
fretta), preferisce le visite intramoenia: in tal modo, infatti, le
disponibilità diventano quasi per miracolo immediate o quasi.
Anche per questo
a via Anzio hanno pensato di rinforzare le prestazioni specialistiche fuori dai
canoni (o dai binari) ordinari e, sempre rimanendo nel pubblico, previsto
alcune soluzioni. Le quali, però, non sono satisfattive. Urge, quindi, un
ulteriore sforzo per cercare di ampliare l’offerta pubblica, limitare al
massimo il ricorso al privato e, nel complesso, accorciare i tempi di attesa.
Inutile nascondersi, l’impresa è di quelle non facili e, peraltro, la inseguono
tante regioni italiane. Ma il “mal comune mezzo gaudio”, in questo caso, non
può certo bastare o consolare.
Piero Miolla
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