Il continente africano - che ha
il 13% della popolazione mondiale ed è in grado di usare solo il 4% per
cento dell’energia del Pianeta - è un laboratorio per sperimentare soluzioni
innovative con una mentalità nuova, quell’innovazione su cui anche l’Europa e
l’Italia stanno scommettendo per conquistare la transizione energetica. Nello
specifico le tecnologie rinnovabili offrono significativi vantaggi in termini
di creazione di posti di lavoro, sicurezza energetica, mitigazione e
adattamento ai cambiamenti climatici, produzione di cibo e acqua, riduzione della
povertà e creazione di imprese. Questi i temi centrali dell’evento organizzato
a Strasburgo dalla Commissione per lo sviluppo economico, le finanze e il
commercio dell’ASSEMBLEA PARLAMENTARE PARITETICA ACP-UE, assemblea che riunisce
deputati europei e rappresentanti di Paesi dell’Africa, dei Caribi e del
Pacifico, per un totale di ben 78 Stati.
Il presidente della Camera di
Commercio ItalAfrica Centrale, Ing. Alfredo Cestari, tra i massimi conoscitori
in Italia del continente africano e delle molteplici opportunità offerte per il
mondo imprenditoriale italiano in cerca di nuovi mercati, è stato invitato a
tenere una relazione sul tema delle “possibilità delle energie rinnovabili a
favore dello sviluppo economico sostenibile nei paesi ACP, in particolare nelle
aree remote”.
<<L’Africa è un continente immenso,
in forte crescita e destinato ad avere 2 miliardi di abitanti per il 2050, che
– sottolinea l’ing. Cestari - rappresentano un mercato che le imprese italiane
non possono lasciarsi sfuggire. La domanda crescente di beni e servizi riguarda
i settori più svariati, energia, infrastrutture, agricoltura, educazione,
sanità, per citare i più importanti. Il problema è che per molti questo grande
potenziale è spesso sconosciuto e prevale ancora un’immagine dell’Africa come
un continente in preda a guerre, carestie ed epidemie. Nulla di più falso>>.
Il Presidente della Camera
ItalAfrica ricorda che il <<21 marzo scorso, 44 dei 55 membri dell'Unione
Africana hanno firmato l’accordo volto a istituire l’Area di libero scambio
continentale (CFTA), che creerà un mercato unico per beni e servizi in tutto il
continente, apportando vantaggi per le imprese e i consumatori e rafforzando la
posizione dell'Africa nel commercio mondiale. L’Africa – evidenzia - pensa in
grande, e l’Europa deve fare altrettanto. L’economia italiana, orientata verso
l’esportazione necessita di nuovi lucrativi mercati e l’Africa ha una crescente
domanda di beni e servizi di qualità, che le nostre imprese possono offrire. In
particolare le energie rinnovabili possono contribuire in maniera rilevante
allo sviluppo delle aree remote e spesso non connesse alla rete elettrica.
Impianti cosiddetti off-grid solari, eolici, mini-hydro e a biomassa possono
fornire energia elettrica ai piccoli villaggi senza dover implementare grandi e
costosi progetti infrastrutturali. Un maggiore accesso all’energia e
all’elettricità ha ricadute positive in tutti i settori, dall’educazione, alla
sanità all’agricoltura. La Camera di Commercio ItalAfrica Centrale è impegnata
nel progetto “Sinergie per lo sviluppo” diretto al continente africano con il
duplice obbiettivo di fare fronte alla crisi migratoria e di offrire nuove
opportunità di investimento alle imprese italiane ed europee ancora reduci
dalla crisi con il supporto delle istituzioni comunitarie e nazionali. Il
progetto, tra l’altro, intende contribuire a risolvere problemi economici e
sociali tramite l’azione diretta del settore privato, in sinergia con le
prerogative dell’Unione Europea nel campo delle energie rinnovabili.
Anche la grande finanza punta
sulla prossima espansione nel continente africano. La "fame" di
energia e la mancanza di infrastrutture (reti elettriche in primis) fanno di
eolico e fotovoltaico una opportunità senza precedenti per lo sviluppo delle
tecnologie "verdi" in tutto il continente. Finora, ci hanno creduto
le grandi utility europee e i fondi sovrani dell'area mediorientale. Ma la
stabilità politica raggiunta in molto paesi (che consente l'approvazione di
regole stabili e una politica di incentivi e/o di aste favorevoli) e il
miglioramento dell'efficienza degli impianti (connesso alla diminuzione dei
prezzi), ora attira anche i grandi colossi della finanza. E' di queste ore
l'indiscrezione riportata dal Financial Times di un imminente annuncio da parte
di Blackstone, uno dei più importanti fondi di investimento al mondo, per il
lancio del suo primo progetto dedicato proprio allo sviluppo delle rinnovabili
in Africa. Sarà un investimento, come riferiscono agenzie di stampa e giornali,
di "parecchi miliardi", frutto di uno studio partito nel 2014 quando
vennero prese in considerazione operazioni da sviluppare sia in Egitto che in
Marocco. L'investimento riguarderà più in generale il settore energia (non
disdegnando anche l'ingresso in dossiere legati all'estrazione di petrolio e
gas), ma sarà focalizzato su fotovoltaico e geotermia.
Ma ovviamente c'è ancora
moltissimo da fare. Pur non mancando la "materia" prima, secondo le
proiezioni dell’International Energy Agency (IEA) nel 2030 saranno 675 milionii
cittadini senza elettricità soltanto nell’Africa sub-sahariana, in aumento
rispetto ai 590 milioni di oggi. Questo dipende da ragioni di dinamica
demografica e di crescita economica. Secondo le stime la popolazione potrebbe
raddoppiare nei prossimi trent’anni. Un fenomeno che porterà con sé anche
un’urbanizzazione inarrestabile e un aumento della domanda di energia.
L’accesso all’energia in Africa è aumentato dal 34% del 2000 al 52 del 2016
(sempre fonte IEA) ma la disponibilità è la più bassa del mondo, con 200 kWh
all’anno per abitante. Anche se le rinnovabili rappresentano oggi il 23% della
capacità installata complessiva nel continente, questa rappresentano solo il 2%
del totale mondiale>>.
Nessun commento:
Posta un commento