“Meglio tardi che mai”. Così il
consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, Gianni Perrino, ha commentato
l’annunciata iniziativa del collega Nicola Benedetto, il quale ha annunciato di
aver rinunciato dall’altro ieri e fino alla durata in carica del Consiglio
regionale all’indennità di carica. “Posso anche commentare con favore questa
iniziativa di Benedetto – ha dichiarato Perrino – ma rimane pur sempre tardiva.
Voglio ricordare a tutti, specie a coloro che hanno la memoria corta, che sia
io che il collega Gianni Leggieri abbiamo da tempo messo in atto un’iniziativa
simile. Personalmente sono arrivato a rinunciare a circa 160mila euro netti, ai
quali se ne aggiungono altri 21mila lordi come indennità di capogruppo. La
somma è quella del sottoscritto, ma credo che Leggieri sia ovviamente più o
meno vicino come ammontare. A Benedetto, quindi, vorrei mandare a dire che,
facendo la media tra quanto rinunciato dal sottoscritto e quanto da Leggieri,
ciò a cui lui rinuncerà da qui a maggio, se davvero darà corso a questo
annuncio, non arriverà neanche a un quinto della nostra somma. Piuttosto, cosa
dice Benedetto delle oltre sessanta assenze tra Consiglio e commissioni? Forse
dovrebbe restituire anche le somme relative a queste assenze, o no? Per quanto
ci riguarda noi l’abbiamo fatto dall’inizio e continueremo a farlo. Queste
uscite da grillino dell’ultima ora – ha aggiunto con ironia l’esponente
pentastellato – sono divertenti. Capisco che il collega pensi di aver fatto
scacco matto, ma gli consiglierei prima di rendersi conto di quanto io e
Leggieri abbiamo già lasciato rinunciando a parte della nostra indennità”. Ma,
conti alla mano, a quanto rinuncerebbe Benedetto? “Meno di 6mila euro lordi,
più o meno: questa la potenziale somma. Si evince che non arriverebbe neppure a
un quinto di quanto abbiamo già restituito io e Leggieri, ma sono contento di
questo suo slancio di altruismo: non l’ho visto prima e, quindi, meglio tardi
che mai, anche se per eguagliare la nostra somma dovrebbe aggiungere
all’incirca 120mila euro”.
Aurelio Pace, invece, ha puntato l’attenzione sulla
collegialità. “Non sono affatto contrario alla rinuncia, ma ritengo che tali
decisioni debbano essere assunte come collettive nella conferenza dei
capigruppo, perché tutto ciò che noi facciamo in termini di spot in questo
momento continua a conferire discredito a una classe dirigente che, in qualche
modo, sembra voler approfittare di un voto ritardato. Non è la mia intenzione:
io ho già chiesto ai capigruppo di poter discutere di questo e altri argomenti
per poter la prosecuzione della consiliatura. Questa materia va regolata con
senso di responsabilità: non ci possono essere spot. Piuttosto, dobbiamo
chiederci quanto siamo utili a questa regione: siamo efficaci nella nostra
azione?” Pace ha poi fatto riferimento alla data del voto: “Continuo a dire che
il ministero dell’Interno qualora trovi uno strumento legislativo alternativo,
ce lo deve fornire per accorciare i tempi: sarebbe un atto di dignità”.
Paolo
Castelluccio pur precisando che “sono amico di Nicola Benedetto”, ha
manifestato dubbi sul merito dell’iniziativa. “Ritengo che i problemi siano
altri, ad iniziare dal fatto che c’è un vero e proprio disamore verso la
politica. Mi chiedo: noi percependo l’indennità arrechiamo danni alla Regione
Basilicata? Che senso avrebbe pagare per altri sei mesi alcuni consiglieri e
altri no? A quel punto dovremmo dimetterci tutti”, ha concluso il consigliere
regionale originario di Policoro, ricordando che “forse dovremmo pensare tutti
ad andare in mezzo alla gente” e ribadendo che, in ogni caso, “rispetto la
decisione di Benedetto”.
Infine, ma non per ordine d’importanza, il consigliere
Giannino Romaniello. “Preferirei non parlare di questa vicenda e non
commentarla, soprattutto, perché non intendo esprimere giudizi. Ognuno fa le
sue scelte: io valuterò insieme agli altri cosa fare. Piuttosto, voglio
ricordare la battaglia da me condotta sulla necessità di andare al voto entro
quest’anno, che è stata disattesa. Il tema secondo me è quello di garantire ai
cittadini lucani il diritto di voto, da far loro esercitare entro l’anno
corrente. Per quanto riguarda Benedetto, ripeto, non voglio commentare anche
perché credo che, quando si fanno delle scelte, si fanno e basta senza
pubblicizzarle. Ricordo a tutti che il sottoscritto ha fatto una battaglia per
l’abolizione dei vitalizi, peraltro pur sapendo di essere tra coloro che, se
quella battaglia fosse stata vinta, non avrebbe percepito i vitalizi. Ho fatto
una proposta di legge con la consapevolezza che essa, se approvata, avrebbe
potuto avere effetti sulla mia persona. Questo per dire che ci sono atti che si
fanno ma non si pubblicizzano, a meno che non si vogliano utilizzare per fini
politici”.
E’ giusto concludere sottolineando che abbiamo provato inutilmente a
contattare molti altri esponenti del Consiglio regionale lucano. Senza
successo.
Piero Miolla
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