Una mostra fotografica per
ricordare Giannina Chiantoni, primadonna del teatro italiano e dei primordi del
cinema muto e sonoro. Nata a Bernalda il 24 giugno del 1881, la Chiantoni portò
il nome della cittadina jonica in giro per i migliori teatri d’Italia e d’Europa,
recitando in numerose pellicole agli inizi del Novecento. L’iniziativa è della
Società Operaia del Mutuo Soccorso di Bernalda, presieduta dal professor Angelo
Tataranno. Lo storico sodalizio bernaldese, il più antico del territorio, sin
dalle sue origini si caratterizzò per dare lustro e pari opportunità alle
donne. Molto tempo prima che la società italiana riconoscesse i loro diritti.
Ebbene, chi meglio di Giannina
Chiantoni, donna di successo, nativa del profondo sud, può rappresentare l’emancipazione
femminile che si concretizza in tempi non sospetti? Decine le foto d’epoca che,
nella sede sociale di corso Umberto, ritraggono la Chiantoni e alcuni suoi
familiari, come il fratello Amedeo, anch’egli protagonista del palcoscenico.
Entrambi erano figli d’arte, giacché il loro padre Gaetano era un famoso
attore. Giannina esordì sulle scene piccolissima, all’età di cinque anni nella
compagnia paterna torinese Rosario di Santa Fè, in un lavoro appositamente
scritto per lei. Nel 1900 entrò nella Compagnia Della Guardia-Maggi e, due anni
dopo, fu prima attrice giovane con Ermete Novelli, suo autentico maestro. Nella
famosa formazione artistica Talli-Gramatica-Calabresi, si distinse nell’opera
La figlia di Jorio, al Lirico di Milano, nel 1904. L’anno dopo sposò l’attore
Ernesto Sabbatini, da cui divorziò all'estero parecchi anni dopo. Frequentò le
più importanti compagnie teatrali dell’epoca, tanto da diventare primattrice
nello Stabile del Manzoni di Milano, al fianco di Irma Gramatica, e, nel 1917
del Teatro Argentina di Roma. Recitò al fianco di grandi attori dell’epoca come
Annibale Betrone, Febo Mari e Gualtiero Tumiati.
Nel contempo si dedicò al cinema,
dove aveva esordito, nel “Re Lear” di Gerolamo Lo Savio (1910), recitando poi
in “La morte civile”, “Ritratto dell’Amata” e “Amore senza fine”, al fianco del
marito. Giannina Chiantoni ritornò sullo schermo nei primi Anni Trenta, con l’avvento
del sonoro, in chiave di caratterista. Si spense ultranovantenne nella casa di
riposo Lyda Borelli di Bologna. Correva l’anno 1972.
Oggi Bernalda le dedica una
personale fotografica, che ne ripercorre la storia artistica. Per gran parte
ignota a buona parte dei suoi concittadini. Che attraverso l’iniziativa della
Soms, riscoprono l’orgoglio dell’appartenenza. Giannina Chiantoni fu, per certi
versi, antesignana di una cittadina che ha avuto e continua ad avere autentici
campioni del cinema e del teatro di vario genere: da Francis Ford Coppola a
Sofia Coppola, da Michele Salfi Russo a suo fratello Gaetano, da Giuseppe Marco
Albano a Grazia Leone, a Dino Paradiso. Solo per citarne alcuni. La mostra,
inaugurata in occasione dei 140 anni della Società Operaia del Mutuo Soccorso
di Bernalda, si può visitare, tutti i giorni, mattina e pomeriggio, in corso
Umberto 180.
Angelo Morizzi
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