Mancherebbero all’appello quasi 30
milioni di euro e, dal 1° gennaio 2019, all’incirca 200 mezzi “euro zero” non
potranno più circolare. Non sembra certo essere delle più rosee la situazione del Tpl
(trasporto pubblico locale) in Basilicata: le 35 aziende che fanno parte del
Cotrab (Consorzio Trasporti Aziende Basilicata), infatti, sono sempre più
strette tra i fondi pubblici che mancano e i servizi che devono comunque essere
assicurati. In mezzo, poi, il tema degli emolumenti ai dipendenti, molto spesso
in ritardo o, addirittura, a credito. Ma andiamo con ordine.
Al momento, la
Regione Basilicata avrebbe pagato alle aziende del Cotrab quanto dovuto solo per il
primo trimestre 2018 (circa 10 milioni di euro), ma deve ancora mettere a
bilancio i restanti 30 milioni, 20 dei quali già scaduti (essendo decorsi tanto
il secondo, quanto il terzo trimestre). Questo, almeno, sostengono le aziende.
Le quali, come detto, da gennaio dovranno anche affrontare il nodo relativo al
blocco dei mezzi “euro zero”: in Basilicata sarebbero circa 200 sulla “platea”
totale che oscilla tra i 600 e i 700 bus e minibus.
Il che vuol dire che, in
prima battuta, a risentirne potrebbero essere i servizi (e, dunque, i
passeggeri), visto che con un terzo di mezzi in meno in circolazione assicurare
con puntualità e regolarità la percorrenza delle tratte diverrà più complicato.
Anche le casse delle aziende, però, ne potrebbero risentire in quanto mandare
in “letargo” 200 bus equivale a dire che altrettanti ne dovranno essere
acquistati. Con quali soldi, visto che le aziende avanzano i citati 30 milioni
di euro e devono assicurare lo stipendio ai dipendenti? Insomma, una situazione
non facile sotto tutti i punti di vista. Se le aziende sperano in una moratoria
del Governo per quanto riguarda il paventato blocco degli “euro zero”, i
sindacati hanno già indetto uno sciopero per giovedì 13 dicembre per protestare
in merito al ritardato pagamento degli stipendi ai dipendenti.
Piero Miolla
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