giovedì 23 novembre 2017

Tecnoparco perde in primo grado

PIERO MIOLLA
Pisticci. Assolti perché il fatto non costituisce reato, su decisione del giudice monocratico del Tribunale di Avellino, Paolo Cassano. Giusy Cavallo, direttore responsabile del settimanale Basilicata24, il cronista Andrea Spartaco, Vito Rocco Benedetto e Agostino Albino, entrambi ex dipendenti di Tecnoparco, erano stati querelati per diffamazione dal presidente della società consortile Nicola Savino. Tecnoparco e il suo legale rappresentante si erano sentiti lesi nella loro onorabilità e reputazione dalla pubblicazione sul sito Basilicata24.it dell’articolo “Veleno in cambio di lavoro”, a firma di Spartaco, che aveva intervistato i due ex lavoratori in pensione. “L’articolo – ha spiegato il legale di Benedetto, Giandomenico Di Pisa - denunziava l’integrale inquinamento della Val Basento, dal sorgere del polo industriale ad oggi, e non solo certi comportamenti che potevano essere interpretati nell’articolo quali a carico di Tecnoparco, che veniva espressamente citata in merito alle modalità di smaltimento dei rifiuti, di bruciature dei fanghi di risulta, di utilizzo di profumi per celare i miasmi, di immissione in atmosfera di vapori e polveri sottili. La società scorgeva una vera e propria strategia di Spartaco, che “sta perseguendo il preciso scopo di recare nocumento all’attività di Tecnoparco ed a tal fine non si fa scrupolo di raccogliere acriticamente ogni affermazione mendace e diffamatoria”. Nel corso dell’istruttoria processuale è stato sentito quale teste anche l’ex tenente della Polizia Provinciale di Potenza, Giuseppe Di Bello. “Non sono mancati nell’escussione momenti di tensione: Benedetto ha parlato di un impianto di bruciatura dei fanghi denominato Tecoma, negato ripetutamente dal Savino, mentre Di Bello, dopo aver narrato i risultati allarmanti delle analisi da lui effettuate nei terreni e nelle zone del fiume Basento viciniori alla scarico di Tecnoparco, ha annunziato che dopo essere stato condannato, la Cassazione ha annullato ogni condanna e lo ha mandato assolto. Siamo solo alla sentenza di primo grado e, quindi, il processo potrebbe ancora continuare in appello – ha spiegato Di Pisa, anche difensore d’ufficio di Spartaco - ma è significativa la circostanza che il Tribunale abbia considerato che il fatto di aver pronunziato e pubblicato affermazioni molto critiche nei confronti di un certo tipo di imprenditorialità non costituisca reato. Ha ragione Papa Francesco nella sua bellissima enciclica Laudato Si, che invito tutti a leggere con grande attenzione, quando afferma che vi sono strutture e lobby, anche di livello mondiale, che adorano il dio Danaro e utilizzano le scoperte scientifiche e la tecnologia solo per interessi egoistici”, ha concluso Di Pisa, autore sul tema del libro “La terra è la casa comune”.




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