PIERO MIOLLA
Pisticci.
Assolti perché il fatto non costituisce reato, su decisione del giudice
monocratico del Tribunale di Avellino, Paolo Cassano. Giusy Cavallo, direttore
responsabile del settimanale Basilicata24, il cronista Andrea Spartaco, Vito
Rocco Benedetto e Agostino Albino, entrambi ex dipendenti di Tecnoparco, erano
stati querelati per diffamazione dal presidente della società consortile Nicola
Savino. Tecnoparco e il suo legale rappresentante si erano sentiti lesi nella
loro onorabilità e reputazione dalla pubblicazione sul sito Basilicata24.it
dell’articolo “Veleno in cambio di lavoro”, a firma di Spartaco, che aveva
intervistato i due ex lavoratori in pensione. “L’articolo – ha spiegato il
legale di Benedetto, Giandomenico Di Pisa - denunziava l’integrale inquinamento
della Val Basento, dal sorgere del polo industriale ad oggi, e non solo certi
comportamenti che potevano essere interpretati nell’articolo quali a carico di
Tecnoparco, che veniva espressamente citata in merito alle modalità di smaltimento
dei rifiuti, di bruciature dei fanghi di risulta, di utilizzo di profumi per
celare i miasmi, di immissione in atmosfera di vapori e polveri sottili. La
società scorgeva una vera e propria strategia di Spartaco, che “sta perseguendo
il preciso scopo di recare nocumento all’attività di Tecnoparco ed a tal fine
non si fa scrupolo di raccogliere acriticamente ogni affermazione mendace e
diffamatoria”. Nel corso dell’istruttoria processuale è stato sentito quale
teste anche l’ex tenente della Polizia Provinciale di Potenza, Giuseppe Di
Bello. “Non sono mancati nell’escussione momenti di tensione: Benedetto ha
parlato di un impianto di bruciatura dei fanghi denominato Tecoma, negato
ripetutamente dal Savino, mentre Di Bello, dopo aver narrato i risultati
allarmanti delle analisi da lui effettuate nei terreni e nelle zone del fiume
Basento viciniori alla scarico di Tecnoparco, ha annunziato che dopo essere
stato condannato, la Cassazione ha annullato ogni condanna e lo ha mandato
assolto. Siamo solo alla sentenza di primo grado e, quindi, il processo
potrebbe ancora continuare in appello – ha spiegato Di Pisa, anche difensore
d’ufficio di Spartaco - ma è significativa la circostanza che il Tribunale
abbia considerato che il fatto di aver pronunziato e pubblicato affermazioni
molto critiche nei confronti di un certo tipo di imprenditorialità non
costituisca reato. Ha ragione Papa Francesco nella sua bellissima enciclica
Laudato Si, che invito tutti a leggere con grande attenzione, quando afferma
che vi sono strutture e lobby, anche di livello mondiale, che adorano il dio
Danaro e utilizzano le scoperte scientifiche e la tecnologia solo per interessi
egoistici”, ha concluso Di Pisa, autore sul tema del libro “La terra è la casa
comune”.
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