lunedì 30 aprile 2018

La Regione Basilicata da domani in gestione straordinaria?



A partire dal 1° maggio la Regione Basilicata dovrebbe passare alla cosiddetta gestione straordinaria. Che, tradotto in soldoni, vuol dire che via Anzio sarà in grado solo di pagare bollette e stipendi. Stop, dunque, ad investimenti, progetti e tutto ciò che serve a un ente per porre in essere una seria e dettagliata programmazione. Tutto questo ha sollevato polemiche, come è giusto e normale che sia, con le opposizioni (ma non solo: anche nel Pd c’è chi, come Piero Lacorazza è molto critico nei confronti della maggioranza) all’attacco. 
Partiamo dai dati di fatto: la Regione avrebbe dovuto approvare entro domani il bilancio di previsione, ma, a quanto pare, non lo farà. Tutto questo vuol dire che l’approvazione è rinviata di un mese: scatta, quindi, l’esercizio straordinario. Entro il 4 maggio, poi, via Anzio dovrebbe provvedere a pareggiare il bilancio del 2016, tenuto conto che la Corte dei Conti, nel controllarlo, ha fatto osservazioni contenute in ben 450 pagine. Già adesso la regione agisce per dodicesimi, cioè con una ridotta capacità finanziaria. Dunque, è evidente che il massimo ente regionale può programmare ben poco, con tutto quello che ne deriva per i lucani. 
Il caso è stato di recente sollevato da un cittadino, Donato Ramunno, appartenente a Fratelli d’Italia, il quale ha dichiarato:Siamo ad un passo dal fallimento. E se prima la catastrofe era solo, si fa per dire, demografica economica, sociale e culturale, oggi ci troviamo difronte anche al fallimento amministrativo. Infatti, la Regione entro il 30 aprile avrebbe dovuto approvare il bilancio di previsione e non lo farà se non, si spera, a fine maggio. Significa che, passando alla cosiddetta gestione provvisoria, la Regione Basilicata potrà pagare solo bollette e stipendi. Con tutto ciò che ne consegue e cioè un totale immobilismo, in quanto province, comuni ed enti strumentali, non percepiranno più un solo euro da parte della Regione. Siamo all’assurdo. 
 Inoltre – ha aggiunto Ramunno - entro l’inizio dello stesso mese dovrebbe esserci la parifica del bilancio 2016 da parte della Corte dei Conti, la quale ha trasmesso oltre 450 pagine di osservazioni. Tutto questo, come al solito, sempre nel totale silenzio e nella totale mancanza di individuazione di responsabili e responsabilità. Siamo amministrati da fantasmi: da una parte la politica, tutta concentrata in lotte intestine al centrosinistra che governa la Regione e impegnata nella corsa all’occupazione dell’ultima postazione buona per cercare di salvare ancora una volta la poltrona. Dall’altra una classe dirigente totalmente inadeguata per incapacità, inefficacia e inefficienza. Un degrado totale ed inequivocabile. 
In mezzo i soliti fessi: i lucani. Inermi ad assistere agli atti conclusivi di questo squallido teatro di consiliatura regionale”. Detto questo, Ramunno ha poi tratto le sue personali conseguenze: “Spero che a novembre il popolo lucano si ricordi di tutto questo. Abbia memoria nella cabina elettorale e la dignità, la coscienza civile e morale, di mandare a casa gli artefici del più grande fallimento italiano. Di mandare a casa quelli che hanno saputo trasformare un potenziale paradiso in un inferno. Un sogno in un incubo. La speranza, in un continuo avvilimento”. 
Piero Miolla

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