lunedì 16 luglio 2018

La Provincia di Basilicata (compresa la neonata Amaro Lucano) all'esposizione internazionale di Milano 1906.



Un libro fresco di stampa – per le edizioni Setac Pisticci – da qualche giorno nelle librerie. Parliamo dell’ultimo lavoro del materano Gianni Maragno, intitolato “I commerci, le arti, le industrie. La presenza della Provincia di Basilicata alla Esposizione Internazionale di Milano del 1906”, presentato recentemente a Palazzo Lanfranchi di Matera. Circa 300 pagine in bella veste tipografica, con oltre un centinaio di foto d’epoca e preziosi documenti, frutto di laboriose, lunghe, meticolose ricerche, per una accurata ricostruzione circa la fattiva partecipazione della  allora “provincia” di Basilicata alla Esposizione Internazionale di Milano del lontano 1906. Sono ormai trascorsi  112 anni  da quell’evento, un tempo enorme, che  comunque  non manca di  spiegarci  e  riconsegnarci un quadro  abbastanza variegato della economia  della nostra regione di inizio  dell’altro secolo, forse non tanto dissimile  dalla realtà  attuale  come  recita la attenta  e precisa prefazione del professor Mario Lettieri in cui, tra l’altro si legge: “ Viene evidenziata la prevedibile presenza  dei prodotti afferenti al settore agroalimentare , ma si documenta anche la  vivacità e l’impegno di programmazione, ad esempio, per la industria serica e la bachicoltura  con una serie di iniziative ponderate  ed efficaci. Risalta inoltre, anche la concorrenziale e  diffusa produzione  nell’ambito dei liquori  con molti centri della nostra Regione, che vantavano stabilimenti  per la produzione di amari, cordiali e numerose altre  “bevande spiritose”.   Una realtà quindi, che a guardarla dall’alto   di  oltre un secolo, con grande meraviglia ci  rivela quale era il grado di operosità delle nostre aziende che pur  attraverso immancabili difficoltà di ogni genere dell’ epoca, riuscivano ad esprimere il meglio di se stesse.  E non a caso  noi  ci permettiamo di citare  “l’Amaro Lucano” di  Pasquale Vena e fratello, una casa fondata  a Pisticci appena dodici anni  prima della  campionaria milanese del 1906 a cui partecipò ,  ma sempre presente  dopo oltre un secolo, anche in altre campionarie di tutto il mondo, e con  grande successo,  con la presentazione di tutte le sue  specialità e novità ormai conosciute ovunque. Stesso discorso vale anche per le altre mostre collettive della nostra regione, presenti  a  quella campionaria del 1906, dalle acque minerali del Vulture, alla  mostra del Grano, Avena e Granturco e poi quella della Lana gentile, dei Legnami, dell’olio d’oliva, dei Vini da taglio e da pasto, dei  Formaggi e latticini, tutte premiate con diploma d’onore,  medaglie d’oro,  d’argento e di bronzo e   menzioni onorevoli. Insomma Maragno attraverso  le sua corposa e circostanziata  opera,  ci fa scoprire   una Basilicata  operosa in tutti i campi, grazie agli impegni di programmazione di quegli imprenditori, evidentemente  fortemente convinti della potenzialità del nostro territorio e senza alcun timore di  reverenzialità nell’affrontare  le sfide ardue  di quei tempi, ma anche giudizi severi,  “nonostante – come spiega il prof. Lettieri - la  sfiducia di non pochi amministratori lucani che lamentavano la scarsa produzione di beni  a causa della arretratezza infrastrutturale , della emigrazione  e delle calamità atmosferiche”. Un dieci e lode all’ottimo   lavoro di Gianni Maragno, ma una lode speciale non può mancare  anche  a  quei nostri corregionali ,   che con la il loro impegno e la loro presenza alla campionaria di Milano del lontano 1906, lasciarono il segno delle loro straordinaria  e capacità imprenditoriale,  di notevole impulso  per la economia  della  regione di Basilicata di quei tempi.
Michele Selvaggi

Nessun commento:

Posta un commento