Sarebbero quasi 15mila le firme
raccolte dal comitato referendario “Taranto Futura” per l’annessione della
provincia di Taranto alla Basilicata. La notizia del sì della Corte di
Cassazione al referendum per decidere se spostare la provincia di Verbania dal
Piemonte alla Lombardia, peraltro basata su un numero minore di firme,
evidentemente non fa che rinfocolare le speranze di chi, in primis il comitato
presieduto dall’avvocato Nicola Russo, ma anche di Gaetano Fierro e della sua
“Grande Lucania”, spingono ormai da quasi due anni nella direzione di una
Basilicata più ampia nei confini.
La petizione nel tarantino, iniziata a
febbraio, è finalizzata all’attuazione del referendum consultivo per
l’annessione di Taranto e della sua provincia alla Regione Basilicata: referendum
che, nel caso, dovrà tenersi anche in Basilicata qualora i cittadini della
provincia ionica dovessero esprimersi in favore dell’annessione alla nostra
regione.
“I motivi per cui chiediamo l’annessione – ha ricordato Russo - sono
molteplici e si traducono in indiscutibili vantaggi per il nostro territorio.
Da tempo ci interroghiamo sul futuro della nostra città e, dopo molte
riflessioni, abbiamo individuato cinque opportunità: porto, aeroporto,
università, turismo e sanità. Taranto, con circa 200mila abitanti, è l’unica
città d’Italia a non avere una sua Università, mentre circa 12mila giovani
tarantini studiano in altri atenei. Entrando in Basilicata, si potrebbe creare
la seconda Università dopo quella di Potenza, unitamente al Politecnico e al
polo di Medicina. Tutte opportunità che non avremo mai rimanendo in Puglia per
varie ragioni, comprensibili o meno”. Le ragioni del referendum, dunque,
sarebbero ascrivibili a motivazioni di natura economica, nonché demografica,
anche perché sia il Tarantino che la Basilicata “vivono un pauroso decremento
demografico, tanto da minarne l’identità, che, di contro, sotto certi aspetti,
verrebbe economicamente rigenerata con l’equa distribuzione delle
infrastrutture, con conseguente beneficio per tutti”. Insomma, un matrimonio di
interessi che “s’adda fare”, perché sia Taranto che la Basilicata ne
trarrebbero giovamento.
Taranto diventerebbe città metropolitana (l’area
comprenderebbe Matera, Bernalda, Metaponto, Pisticci, Policoro e Scanzano) con
tutti i benefici economici e finanziari del caso. E mentre la raccolta firme
continua, sullo sfondo quella sentenza favorevole per Verbania non può non
alimentare le speranze. “La città di Taranto, con il progetto più ampio della
Grande Lucania che ha prospettato Fierro, con il previsto ingresso di quindici
comuni del Cilento, porterebbe a due sbocchi commerciali e turistici, uno sul mar
Tirreno, l’altro sul mar Jonio. Invitiamo la politica locale e i parlamentari
jonici a fare blocco comune per creare i presupposti di un’economia migliore.
Il Comitato è pronto da subito a mettere a loro disposizione il progetto per
studiarlo, approfondirlo e attuarlo”, ha concluso Russo.
Piero Miolla
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