lunedì 27 agosto 2018

Buone notizie dalla giurisprudenza per l'annessione di Taranto alla Basilicata.



Sarebbero quasi 15mila le firme raccolte dal comitato referendario “Taranto Futura” per l’annessione della provincia di Taranto alla Basilicata. La notizia del sì della Corte di Cassazione al referendum per decidere se spostare la provincia di Verbania dal Piemonte alla Lombardia, peraltro basata su un numero minore di firme, evidentemente non fa che rinfocolare le speranze di chi, in primis il comitato presieduto dall’avvocato Nicola Russo, ma anche di Gaetano Fierro e della sua “Grande Lucania”, spingono ormai da quasi due anni nella direzione di una Basilicata più ampia nei confini. 
La petizione nel tarantino, iniziata a febbraio, è finalizzata all’attuazione del referendum consultivo per l’annessione di Taranto e della sua provincia alla Regione Basilicata: referendum che, nel caso, dovrà tenersi anche in Basilicata qualora i cittadini della provincia ionica dovessero esprimersi in favore dell’annessione alla nostra regione. 
“I motivi per cui chiediamo l’annessione – ha ricordato Russo - sono molteplici e si traducono in indiscutibili vantaggi per il nostro territorio. Da tempo ci interroghiamo sul futuro della nostra città e, dopo molte riflessioni, abbiamo individuato cinque opportunità: porto, aeroporto, università, turismo e sanità. Taranto, con circa 200mila abitanti, è l’unica città d’Italia a non avere una sua Università, mentre circa 12mila giovani tarantini studiano in altri atenei. Entrando in Basilicata, si potrebbe creare la seconda Università dopo quella di Potenza, unitamente al Politecnico e al polo di Medicina. Tutte opportunità che non avremo mai rimanendo in Puglia per varie ragioni, comprensibili o meno”. Le ragioni del referendum, dunque, sarebbero ascrivibili a motivazioni di natura economica, nonché demografica, anche perché sia il Tarantino che la Basilicata “vivono un pauroso decremento demografico, tanto da minarne l’identità, che, di contro, sotto certi aspetti, verrebbe economicamente rigenerata con l’equa distribuzione delle infrastrutture, con conseguente beneficio per tutti”. Insomma, un matrimonio di interessi che “s’adda fare”, perché sia Taranto che la Basilicata ne trarrebbero giovamento. 
Taranto diventerebbe città metropolitana (l’area comprenderebbe Matera, Bernalda, Metaponto, Pisticci, Policoro e Scanzano) con tutti i benefici economici e finanziari del caso. E mentre la raccolta firme continua, sullo sfondo quella sentenza favorevole per Verbania non può non alimentare le speranze. “La città di Taranto, con il progetto più ampio della Grande Lucania che ha prospettato Fierro, con il previsto ingresso di quindici comuni del Cilento, porterebbe a due sbocchi commerciali e turistici, uno sul mar Tirreno, l’altro sul mar Jonio. Invitiamo la politica locale e i parlamentari jonici a fare blocco comune per creare i presupposti di un’economia migliore. Il Comitato è pronto da subito a mettere a loro disposizione il progetto per studiarlo, approfondirlo e attuarlo”, ha concluso Russo.
Piero Miolla

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