Luci bianche al led, al posto
delle tradizionali e suggestive lampadine arancioni, nel centro storico di
Bernalda. La sostituzione rientra in un progetto più ampio di riqualificazione
dell’illuminazione urbana, secondo i nuovi poarametri normativi
sullíinquinamento e il risparmio energetico. Eppure non piace a molti
cittadini. Che stanno esprimendo, con vigore, il proprio dissenso, sia sul web
che agli organi di stampa. Tra le accuse più diffuse all’amministrazione
comunale, che ha commissionato i nuovi impianti, quelle di “superficialità e
incompetenza, per un centro storico sfregiato e offeso”.
O ancora: “Siamo governati da
dilettanti allo sbaraglio”, mentre c’è chi invita sindaco e Giunta a fare “la
necessaria autocritica”. Tra i punti dolenti rilevati, dopo l’installazione
delle nuove lampade bianche, la carente illuminazione verso i piani alti degli
edifici, il wattaggio probabilmente troppo basso delle luci, e la
considerazione che bastasse cambiare semplicemente le lampadine, piuttosto che
rifare, ex novo, gli impianti”.
Soluzioni prospettate? Da quelle
più drastiche di chi vorrebbe protestare in massa “davanti alla sede del
Municipio”, a chi invita al democratico rito del “referendum popolare”. C’è
anche qualcuno che difende la scelta: “E’ una questione di rispetto ambientale
- dice - visto che le luci gialle sono inquinanti dal punto di vista visivo.
Basta abituarsi al nuovo scenario, senza farsi prendere dal panico e dalla
facile polemica”. Quale, a questo punto, la posizione dell’Amministrazione
comunale? Lo abbiamo chiesto al primo cittadino Domenico Tataranno e all’assessora
al ramo Eliana Acito. “Riguardo al centro storico - osserva il sindaco -
abbiamo concertato con la ditta appaltatrice una luce più calda possibile, per
illuminare il centro storico. Nel solco della normativa vigente sul risparmio
energetico. Le lampade 3000K emettono una tonalità bianco-calda, presente anche
in altri centri storici, come ad Alberobello. Per non squilibrare l’abitudine
visiva alle precedenti lampade arancioni, tuttavia, abbiamo chiesto se fosse
stato possibile intervenire con dei filtri, che alterassero il colore della
luce, rendendola più affine alla precedente. Ci è stato detto che, essendo
tutto sperimentale, sarebbero rimasti dei rischi sulla durata degli organi
illuminanti. Cosa che, naturalmente, un Comune non si può permettere.
Ho effettuato dei sopralluoghi
durante il montaggio - prosegue Tataranno - e devo dire che le nuove
installazioni valorizzano i colori reali dell’ambiente circostante, migliorano
la visibilità della sede stradale, diminuendo, nel contempo, l’inquinamento
luminoso, indirizzato verso il basso e non in tutte le direzioni. Quanto agli
elementi architettonici del centro storico prevediamo, invece, un’illuminazione
ad hoc, per meglio valorizzarli. Perciò - conclude il sindaco - capiamo e,
talora, condividiamo, certi scetticismi o diversità di vedute. Tuttavia,
bisogna adattarsi ai cambiamenti imposti dai protocolli mondiali”.
Secondo la vice sindaca Eliana
Acito, “occorre del tempo per abituarsi a una luce più intensa, ma più
naturale. Abbiamo effettuato scelte obbligate. Stiamo riqualificando e
adeguando l’intero impianto urbano di illuminazione. In cui sono previste anche
le torrette di alimentazione su Corso Umberto, l’estendimento delle luci in
zone ancora non coperte e la sostituzione di tutti gli organi illuminanti con
altri a tecnologia led. Le luci del centro storico, per normativa, non possono
andare al di sotto di una determinata tonalità. L’effetto del rinnovamento sarà
sicuramente più apprezzabile a lavori completati”.
Angelo Morizzi
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