Giudizio sufficiente, ma
limitatamente al periodo nel quale sono rimasti in carica. Più o meno può
essere sintetizzato così il giudizio degli ex assessori regionali che si sono
alternati nella consiliatura che sta per volgere al termine a via Anzio.
Abbiamo provato a sentire Raffaele Liberali, ex assessore alle Attività
Produttive, Aldo Berlinguer, un incarico come assessore all’Ambiente e alle
Infrastrutture, Michele Ottati, titolare dell’assessorato all’Agricoltura, e
Nicola Benedetto, successore di Berlinguer per ciò che concerne le
Infrastrutture i e Trasporti. Tutti, sebbene con differenze anche sostanziali e
di merito nel giudizio, differenze riportate nei pezzi a ciascuno di loro
dedicati, hanno rimarcato l’operato dell’esecutivo guidato da Marcello Pittella
fino alla loro permanenza, facendo soprattutto notare come, fin quando la
Giunta è stata prettamente tecnica, qualcosa si è fatto. Dopo, a causa delle
manovre partitocratiche e tipiche della politica, molto si è insabbiato. Le
posizioni, però, sono assolutamente diverse. Liberali e Berlinguer, ad esempio,
non hanno mosso alcuna critica ai loro successori e neanche all’esecutivo in
generale, mentre sia Benedetto che Ottati, soprattutto quest’ultimo, non sono
stati affatto teneri con il governo regionale.
Insomma, più o meno una difesa
di quanto fatto direttamente, sia in termini di iniziative portate a termine
che di azioni solo iniziate. Una posizione, se vogliamo, del tutto legittima
quella di Benedetto, Berliguer, Liberali e Ottati. I quali hanno
sostanzialmente voluto difendere il proprio operato, sottolineando ciò che è
avvenuto dopo in termini in alcuni molto negativi, in altri più sfumati. Stesso
discorso per quanto fatto in 5 anni dal Consiglio regionale: qui, però, un po’
tutti non hanno mancato di far emergere come la politica (che nella massima
assemblea regionale ha la sua sede più alta) abbia spesso e volentieri
intralciato l’operato della Giunta, allungando oltremodo i tempi delle
decisioni, specie in alcuni casi. I 5 anni volgono al termine dunque e, questo
lo possiamo dire senza tema di smentita, non c’è nulla di nuovo sotto il sole.
Anche dal punto di vista di chi, chiamato ad operare in prima persona, ha poi
dovuto abbandonare la stanza dei bottoni o, come ha sottolineato per sé
Benedetto, si è dovuto dimettere. Un messaggio, quello degli ex assessori, che
probabilmente non lascia scampo alla politica (non solo lucana, ma nazionale):
si perde troppo tempo nel tentare sintesi ed equilibri che, invece, comportano
spesso conseguenze negative per i cittadini.
Piero Miolla
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