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Secondo i dati Istat il 51,3% dei minori lucani tra i
6 e i 17 anni non ha letto libri nei 12 mesi precedenti: il valore è
leggermente al di sotto della media nazionale, che è del 52,8%. In altre
parole, un bambino su due non legge. Eppure, la lettura è anche uno strumento
di crescita e di emancipazione, ancora più importante per i giovani che
provengono dai contesti più deprivati. Nei primi anni, la lettura offre al
bambino la possibilità di esplorare mondi e storie nuove, stimolandone fantasia
e creatività. Più avanti, a scuola, è stata spesso sottolineata la relazione
tra lettura e rendimento scolastico. Da adulto, le competenze linguistiche
possono diventare un asset decisivo per ottenere un lavoro stabile, e anche per
la propria realizzazione e gratificazione personale.
Morale della favola? Per i
motivi appena elencati quello sulla lettura dei libri è uno degli indicatori alla
base dell’indice di povertà educativa elaborato da Save the Children. C’è,
però, anche un altro aspetto da non trascurare. Quanto sono diffusi i servizi
che possono aiutare a contrastare il fenomeno, come le biblioteche? In
Basilicata, secondo una ricerca di Openpolis su dati dell’Associazione Italiana
biblioteche, ci sono 1,63 biblioteche pubbliche non specialistiche ogni 1.000
minori (6-17 anni), 1,77 nella provincia di Potenza e 1.38 in quella di Matera.
Il dato non è particolarmente negativo se lo si confronta con quello delle
altre regioni italiane: i valori più alti sono quelli della Valle d’Aosta e del
Molise, con più di tre biblioteche ogni 1.000 ragazzi, mentre la nostra regione
si piazza al sesto posto.
Ad incidere, però è anche la dimensione demografica: le
regioni più piccole hanno maggiore facilità a raggiungere un rapporto maggiore,
mentre le grandi regioni mostrano un rapporto inferiore. Dei 131 comuni lucani,
poi, solo 88 sono dotati di almeno una biblioteca: di questi, 27 si trovano in
provincia di Matera e 61 in quella di Potenza. Tutto bene, dunque? No, perché
il numero di strutture non è sufficiente ad avere una contezza delle
opportunità offerte ai ragazzi, in quanto non tiene conto di altri fattori
altrettanto rilevanti, ma difficilmente rilevabili, quali la dimensione, la
dotazione libraria, le capacità di accoglienza o la frequentazione effettiva da
parte degli utenti. Insomma, anche su questo fronte la nostra regione, pur non
versando in condizioni drammatiche, dovrebbe comunque cercare di migliorare,
sempre tenendo conto che la lettura era e rimane uno strumento fondamentale per
non rimanere in quel limbo chiamato scarsa conoscenza di ciò che ci circonda.
Piero Miolla
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