Si chiama “Radici”. E’ la
personale di pittura dell’artista bernaldese Francesco Malvasi, che si inaugura
oggi alle 17, nella Sala dell’ex Pinacoteca d’Arte Moderna e Contemporanea. Nel
Castello Medievale di Bernalda, in piazza San Bernardino. Resterà aperta al
pubblico fino a domenica 16 dicembre. Con orari di visita mattutini dalle 10,
30 alle 12, 30 e pomeridiani dalle 17, 30 alle 19, 30. L’iniziativa,
patrocinata dal Comune di Bernalda e dalla Pinacoteca cittadina, è a cura della
delegazione Fai (Fondo ambiente italiano) della Costa Jonica, diretta da Franca
Di Giorgio.
“Le opere di Francesco Malvasi -
afferma il sindaco di Bernalda Domenico Tataranno - rappresentano una feroce
denuncia della condizione umana. L’autore dipinge figure inserite nello sfondo
di una natura impietosa, indifferente ed estranea al dramma dell’esistenza”.
Serena Pascucci, direttrice artistica della Pinacoteca bernaldese e
metapontina, sottolinea, invece, “la poliedricità di Malvasi, architetto,
pittore, incisore e disegnatore. Egli ripropone nella personale di Bernalda un’esposizione
antologica, con tutti i riferimenti della sua poetica. Ispirati a Renato
Guttuso, a Carlo Levi, fino a Luigi Guerricchio e Salvador Dalì”. Per Franca Di
Giorgio, referente Fai, “Malvasi esercita, con le sue opere, un forte richiamo
alle nostre radici, sia in chiave botanica che simbolica. La mostra si svolge
in sinergia con le Scuole del territorio e con gli studenti Apprendisti
Ciceroni del Fai. Per stimolarli alla consapevolezza del presente”.
Il professor Franco Armento
sottolinea “l’originario elemento di denuncia dell’autore e la delusione di un
mondo in cui si è talora costretti a vivere. Per cui il prodotto artistico
diventa una sorta di galleria di orrori e violenze. Fino a trasformarsi, nel
tempo, in un nuovo percorso pittorico, che dagli atteggiamenti istintivi e
umorali, approda al pensato: dove tutto diventa ovattato e ed equilibrato.
Letto in chiave propositiva”. Il professor Angelo Tataranno sottolinea “la
volontà di Malvasi di cercare le radici di ogni cosa. Quasi a soddisfare l’esigenza
di conoscere il Tutto. In una ricca policromia che circonda esseri animati e
inanimati. In un intreccio spesso caotico”.
La storica dell’Arte Federica
Malvasi scorge, quindi, “equilibrio ed armonia tra forme, volumi e colori. In
cui si evidenziano il movimento e il turbamento nei corpi. Con le mani, grandi
protagoniste, a simboleggiare generosità, protezione, ma anche potere. In una
ricerca meditata, dove vitalità e forza si esprimono in maniera dirompente”. Il
maestro Franco Carella scrive, infine, “di un Malvasi dal segno incisivo,
creatore e passionale, tra colorazioni violente e vibranti, che esasperano il
lato emotivo della realtà. Mostrando, nel contempo, il suo mondo interiore. Con
una carica comunicatrice tipica dell’Espressionismo europeo”.
Francesco Malvasi, 69 anni, si è
sempre applicato nello studio dell’anatomia umana, del segno e della tecnica
del colore. Espressi con notevole padronanza tecnica e culturale.
Angelo Morizzi
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